Sono utili ai pazienti risparmiando il tempo dei medici o minacciano la sicurezza dei primi complicando il lavoro dei secondi? Ecco l’amletico dilemma dei servizi di posta elettronica nel rapporto tra medico e paziente discusso sul British medical journal da due opposti punti di vista nella rubrica Head to head....
In passato le cure compassionevoli erano spesso l’unico trattamento disponibile per i pazienti con malattie avanzate. I progressi realizzati nelle scienze mediche offrono oggi nuove opzioni terapeutiche che permettono spesso di migliorare gli esiti clinici, ma che tuttavia rischiano - inavvertitamente - di allontanare i clinici dai pazienti in cura. Ne consegue che talvolta i pazienti ed i loro familiari possono rimanere esclusi da decisioni importanti e lasciati all’oscuro dei problemi medici presenti e delle relative scelte di trattamento.
Amami: se non ci sarà a breve un intervento legislativo che metta al riparo i medici dai danni delle denuncie infondate di malpractice, si rischia di passare dalla medicina difensiva a un atteggiamento di astensione dall’operare cittadini non urgenti.
Nel primo anno di studi universitari gli studenti di medicina apprendono nuove parole e memorizzano un nuovo vocabolario come se si studiasse una lingua sconosciuta. Oggi i medici stanno imparando un nuovo linguaggio con l’acquisizione di parole che sembrano familiari, ma che in realtà suonano estranee. I pazienti non sono più definiti come tali ma diventano clienti o consumatori; i medici e le infermiere diventano operatori sanitari (providers). I media ed i giornali medici hanno adottato questi termini, che tuttavia non sono dei sinonimi. Ma che cosa ha determinato l’uso di questo nuovo vocabolario?
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Sarà presentato il secondo Rapporto Fnomceo-Censis: “Il necessario cambio di paradigma nel Servizio sanitario: stop all’aziendalizzazione e ritorno del primato...