Il nuovo Accordo Collettivo Nazionale 2022-2024 per la medicina generale, firmato nei giorni scorsi non dà risposte alla crisi dei medici di famiglia. A sottolinearlo in una nota, lo SMI-Sindacato Medici Italiani. Secondo la segretaria generale Pina Onotri l’intesa “non rappresenta alcun cambio di passo” e non introduce interventi attesi sulla sostenibilità del lavoro dei medici.
Secondo lo SMI gli incrementi economici previsti sono limitati agli arretrati e a pochi aumenti, considerati insufficienti a recuperare l’inflazione. Il sindacato segnala inoltre che il contratto non riduce il peso della burocrazia né riconosce l’impatto del back office, indicato come una delle principali criticità nella gestione quotidiana. Onotri richiama, a questo proposito, il caso della dottoressa Maddalena Carta.
Nel documento si evidenzia anche la valutazione negativa del modello di ruolo unico e tempo pieno. Per lo SMI l’accordo non risponde alle esigenze dei professionisti perché non prevede l’opzione del part-time né la valorizzazione del lavoro straordinario oltre le trentotto ore. Mancano inoltre limiti massimi coerenti con la normativa nazionale sui tempi di riposo e non viene affrontato il tema della distribuzione equilibrata del carico di lavoro.
Fra i punti critici rientrano le tutele considerate insufficienti in caso di maternità e affido. La flessibilità annunciata riguarda solo la quota oraria, senza incidere sulla quota capitaria, con conseguente impossibilità per le professioniste di ridurre il numero delle scelte. Nel comunicato si segnala inoltre che le scelte in deroga non vengono conteggiate nel debito orario verso le aziende.
Lo SMI ricorda l’impegno per il pieno recepimento della mozione parlamentare 1-00618 del 2022, che chiede tutele contrattuali più estese per la medicina convenzionata, dal riconoscimento dell’infortunio sul lavoro ai permessi per malattia fino alle politiche per le pari opportunità. Onotri annuncia infine iniziative per riformare, tramite emendamenti, la legge Balduzzi sul ruolo unico, oltre alla richiesta di introdurre l’autocertificazione per i primi tre giorni di malattia e la copertura Inail per infortuni e malattie professionali. Il sindacato segnala infine la preparazione di ricorsi collettivi in diverse regioni.