“La nostra Cassa è solida, con un patrimonio importante e una sostenibilità garantita. Ma il futuro ci chiama all’attenzione.” Così il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti, intervenendo all’83° Congresso della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) in corso a Villasimius (Cagliari), ha sintetizzato lo stato di salute e le prospettive della previdenza medica.
Oliveti ha confermato che i conti previdenziali restano sotto controllo, ma ha segnalato un trend demografico che richiederà attenzione nei prossimi anni. “Per i prossimi quindici anni è previsto un saldo previdenziale negativo – ha spiegato – dovuto all’aumento dei pensionati e alla riduzione dei nuovi contribuenti. L’effetto sui bilanci sarà mitigato dai rendimenti degli investimenti, ma in parte dovremo utilizzare il patrimonio accumulato proprio per questa fase.”
Il presidente dell’Enpam ha escluso modifiche strutturali ai parametri principali: “Non aumenteremo i contributi, non ridurremo le prestazioni e non ritoccheremo l’età pensionabile. Tuttavia dobbiamo vigilare sul flusso contributivo, che dipende direttamente dalle remunerazioni dei medici.”
Su questo punto, Oliveti ha espresso una critica netta al livello dei compensi nella medicina generale: “Sessanta euro di quota capitaria annua per un medico di famiglia sono un’indecenza. È un compenso insopportabile, che non tiene conto dei costi fissi in aumento e del ruolo cruciale del medico nel sistema sanitario.”
Il presidente ha ricordato che la tenuta della previdenza non può essere disgiunta dalla valorizzazione economica e professionale della categoria: “A una professione che deve agire con scienza, coscienza e sapienza va riconosciuto un adeguato sostegno finanziario. Chiediamo risorse per i collaboratori di studio e per sostenere la genitorialità, perché anche questi sono fattori che incidono sulla continuità contributiva.”
Oliveti ha concluso ribadendo che la solidità patrimoniale dell’Enpam resta un punto di forza, ma deve accompagnarsi a politiche che rafforzino l’attrattività della professione e garantiscano la sostenibilità del sistema previdenziale nel lungo periodo.