“Abbiamo l’atto di indirizzo e la prima convocazione già fissata per mercoledì prossimo. L’obiettivo è chiudere rapidamente la parte economica, perché i colleghi sono fermi alle retribuzioni del 2021.”
Così Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, in un’intervista a Doctor33, a margine del congresso nazionale della Federazione in corso a Villasimius annuncia il via alle trattative per il rinnovo dell’Accordo collettivo nazionale (Acn) della medicina generale per il triennio 2022-2024, che inizieranno il 15 ottobre.
L’intesa in arrivo dovrà essere solo il primo passo verso un progetto più ampio, sottolinea Scotti: “Questo Acn dovrà essere seguito da un nuovo atto di indirizzo, che entri nel merito dell’attrattività del lavoro per le nuove generazioni. Dobbiamo pensare alla generazione Z, abituata a modelli professionali più flessibili, e costruire un sistema che concili le esigenze dei giovani con quelle del servizio pubblico.”
Il segretario Fimmg prevede che il nuovo Accordo collettivo nazionale possa essere completato entro giugno 2026 e diventare la base di un modello contrattuale moderno: “Non solo per i medici di oggi, ma per quelli che verranno.”
Sulla crisi di vocazioni nella medicina generale, il segretario nazionale Fimmg invita a cambiare prospettiva: “Oggi si parla di un eccesso di medici, ma non si dice che in Italia ci sono solo 68,1 medici di famiglia ogni 100 mila abitanti, contro i 96 della Francia. Il problema non è la sovrabbondanza, ma il disinvestimento. Non accetto che si continui a descrivere la categoria come un sistema di fannulloni o di serie B.”
Il segretario chiede di “incentivare la professione in tutte le forme possibili”, individuando nel contratto e nella formazione universitaria due leve decisive: “Abbiamo perso tempo a discutere di dipendenza, che è tutto tranne che un modello flessibile. Dentro la convenzione possiamo invece costruire forme di lavoro più adattabili e orientate agli obiettivi di salute.”
“Una medicina generale retribuita non per le ore o per il numero di assistiti, ma per i risultati raggiunti e la soddisfazione dei cittadini – conclude Scotti – è l’unica via per mantenere sostenibile il Servizio sanitario nazionale.”
Nel suo intervento nel corso del congresso Marco Alparone, presidente del Comitato di settore delle Regioni sanità, ha confermato la ratifica dell’Atto di indirizzo per il nuovo contratto, definito “snello e attualizzato” per consentire una chiusura rapida del negoziato. “Dobbiamo riattualizzare la contrattazione agli anni in corso – ha spiegato – e definire un accordo capace di rispondere ai bisogni di una medicina territoriale in trasformazione, dove il medico di famiglia resta figura centrale.”
Il presidente delle Regioni ha sottolineato che il tema non è “la quantità di ore lavorate, ma la qualità del servizio” e che l’obiettivo è “una medicina generale integrata con le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) e le Case di comunità”.
Marco Malagutti