Le cellule T regolatrici (T-reg), protagoniste del Premio Nobel per la Medicina 2025 assegnato a Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi, hanno messo al centro dell’attenzione internazionale il ruolo cruciale del sistema immunitario come equilibrio dinamico tra difesa e tolleranza. Per Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), il riconoscimento “premia una visione sistemica dell’organismo e della ricerca, con implicazioni decisive per la farmacologia e per la lotta alle malattie autoimmuni e infettive”. Il sistema immunitario, ha spiegato, “è il nostro sistema di vigilanza: l’identificazione delle cellule T regolatrici aggiunge un tassello essenziale alla conoscenza di come il corpo reagisce alle infezioni e previene l’autodistruzione”.
Sulla stessa linea Andrea Lenzi, presidente del Cnr, che definisce la scoperta “di valore universale perché riguarda tutti gli esseri umani, dalla nascita alla morte. È un punto di partenza per ampliare le possibilità terapeutiche e preventive, soprattutto nel controllo delle malattie autoimmuni”. Dopo la pandemia, osserva Lenzi, “la parola immunità è entrata nel linguaggio comune, ma questo Nobel va oltre l’attualità: premia ricerche solide, destinate a incidere sulla salute globale”.
L’immunologo Alberto Mantovani, presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca, ricorre a una metafora: “Il sistema immunitario è come un’automobile con acceleratori e freni. Sakaguchi e colleghi hanno scoperto i freni che impediscono all’immunità di autoaggredirci. Trent’anni fa fu un atto di coraggio andare controcorrente in un contesto di scetticismo: oggi raccogliamo i frutti di quella intuizione”. Le cellule T-reg, ricorda Mantovani, “sono presenti anche nei tumori, dove frenano la risposta immunitaria antitumorale: per questo sono in corso sperimentazioni per bloccarle e potenziare l’efficacia dell’immunoterapia”.
Dal Policlinico Gemelli, la reumatologa Maria Antonietta D’Agostino sottolinea come “la rimodulazione delle T-reg possa aiutare a combattere patologie come artrite reumatoide, diabete di tipo 1 e sclerosi multipla”. Al Gemelli è nato Gemin, network multidisciplinare che mette in rete i ricercatori sull’immunologia, per creare sinergie tra ricerca di base, traslazionale e clinica.
Massimiliano Pagani dell’Ifom di Milano definisce le T-reg “i direttori d’orchestra del sistema immunitario”. “Mantengono l’equilibrio tra protezione e autoimmunità – spiega – e sono anche una delle chiavi del futuro dell’oncologia di precisione. Neutralizzare la loro azione nei tumori può trasformare il microambiente da immunosoppressivo a immunopermissivo, aumentando l’efficacia delle terapie”.