I medici di medicina generale aderenti allo Snami (Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani) hanno proclamato una giornata di sciopero per il 5 novembre 2025, annunciata dal presidente Angelo Testa in una comunicazione inviata ai ministeri competenti e alla Conferenza delle Regioni.
Tra le motivazioni, il sindacato indica quattro punti centrali: la contrarietà al ruolo unico, ritenuto “la fine della medicina territoriale” e lesivo dell’autonomia professionale; la mancanza di tutele per maternità e genitorialità, con richiesta di congedi reali e sostituzioni garantite; la necessità di una programmazione universitaria per la medicina generale, riconosciuta come specializzazione clinica di base; e la deburocratizzazione del lavoro, con una digitalizzazione “intelligente e interoperabile” che restituisca tempo alla cura del paziente.
Lo sciopero riguarderà tutte le articolazioni della medicina generale, con la chiusura degli studi dalle 8 alle 20, garantendo solo le prestazioni indispensabili previste dall’Accordo collettivo nazionale e dagli accordi regionali.
A margine del Congresso nazionale della Fimmg in corso a Villasimius (Cagliari), il segretario nazionale Silvestro Scotti ha commentato: “Lo sciopero? In questo momento puntiamo alla proposta più che alla protesta. Non mi risulta che la rappresentatività dello Snami possa rappresentare una vera divisione nella categoria. C’è già una convocazione con la Sisac per la prossima settimana: appare evidente che le Regioni vogliano avviare un confronto negoziale.”
Sulla stessa linea Anna Pozzi, segretaria provinciale Fimmg Milano, che definisce lo sciopero “un mistero”. “Come Fimmg preferiamo puntare sulle proposte. A Milano, dove Snami rappresenta una parte significativa dei medici di famiglia, qualche preoccupazione c’è, ma accogliamo positivamente l’apertura delle trattative per il rinnovo della convenzione che definirà la nuova cornice contrattuale del settore.”