È disponibile in Italia il primo trattamento a base di acido ialuronico ultrapuro per la fase acuta della malattia di La Peyronie, una condizione cronica caratterizzata da placche fibrotiche della tunica albuginea del pene, che provocano incurvamento, dolore e possibile disfunzione erettile.
Secondo uno studio multicentrico condotto nel nostro Paese, la patologia riguarda il 7,1% degli uomini tra i 50 e i 70 anni, con casi anche in età più giovane. “L’eziologia resta incerta, ma tra le ipotesi vi è un’origine autoimmune”, spiega Luca Boeri, urologo e andrologo della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. “Molti pazienti faticano a parlarne con lo specialista, e questo ritarda la diagnosi.”
Il nuovo trattamento, descritto da Andrea Salonia, professore ordinario di Urologia all’Università Vita-Salute San Raffaele e responsabile dell’IRCCS San Raffaele di Milano, “consiste in cicli settimanali di iniezioni intraplacca per 10-12 settimane, con l’obiettivo di ridurre la placca fibrosa e favorire la corretta guarigione dei tessuti”. Intervenire nella fase acuta, precisa Salonia, “consente di limitare la progressione della malattia e di preservare la risposta a future procedure correttive”.
Il medico di medicina generale ha un ruolo centrale nell’intercettare i pazienti. “È il primo interlocutore in grado di instaurare un dialogo confidenziale e indirizzare verso lo specialista”, osserva Gianmarco Rea, segretario SIMG Lazio. Tuttavia, sottolinea, “permane un gap formativo sul riconoscimento della patologia, che richiede strumenti educativi specifici per migliorare la presa in carico.”
Gli esperti ricordano anche l’impatto psicologico della malattia. “Ansia e senso di inadeguatezza possono portare all’isolamento,” afferma Sabina Fasoli, psicoterapeuta e sessuologa clinica. “Il supporto psicologico aiuta a ristrutturare le credenze legate alla sessualità e a rafforzare l’autostima, integrandosi con la cura medica per un approccio completo.”