Undici casi umani di influenza aviaria A(H5N1) confermati in laboratorio sono stati segnalati in Cambogia tra il primo gennaio e il primo luglio 2025. A riferirlo è il Punto focale nazionale del Regolamento sanitario internazionale del Paese, che ha notificato i casi all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Sette infezioni sono state rilevate a giugno, con un incremento mensile anomalo.
Il virus A(H5N1) è stato individuato per la prima volta in Cambogia nel dicembre 2003, inizialmente tra gli uccelli selvatici. Da allora sono stati registrati 83 casi umani, con 49 decessi e un tasso di letalità del 59%. Dopo un'interruzione tra il 2014 e il 2022, l’infezione umana è riemersa nel febbraio 2023. Da allora, si contano 27 casi: sei nel 2023, dieci nel 2024 e undici nei primi sei mesi del 2025. Dodici sono stati fatali, con un tasso di letalità del 44%. Diciassette pazienti avevano meno di diciotto anni.
La trasmissione umana, riferisce l’Oms, avviene in genere dopo l’esposizione a volatili infetti, spesso da cortile. Il virus continua a circolare tra uccelli selvatici, pollame e alcuni mammiferi in varie aree del mondo. I casi umani restano attesi in contesti di contatto con animali infetti o ambienti contaminati.
Secondo il Regolamento sanitario internazionale, ogni infezione umana da un nuovo sottotipo di virus influenzale A deve essere notificata all’Oms, per il suo potenziale impatto sulla salute pubblica. In base ai dati disponibili, l’Oms valuta il rischio per la popolazione generale come basso, mentre per chi è esposto professionalmente – come gli allevatori – il rischio è considerato da basso a moderato, in funzione delle misure adottate.