Il 7% dei pazienti di cure primarie con più di 45 anni nei Paesi Ocse ha dichiarato di aver avuto sintomi riconducibili al Long Covid, e il 5% convive ancora con questi sintomi persistenti. Lo rivela il nuovo rapporto pubblicato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), basato sui dati raccolti tra il 2023 e il 2024 attraverso il programma PaRIS (Patient-Reported Indicator Surveys), che ha coinvolto oltre 107.000 pazienti in 19 Paesi.
Il rapporto, intitolato The Prevalence and Impact of Long COVID in the Primary Care Population, fornisce una fotografia dettagliata della diffusione e delle conseguenze del Long Covid tra i pazienti assistiti nelle cure primarie. Secondo l’Ocse, la condizione si associa a una peggiore autovalutazione della salute fisica e mentale e a esperienze sanitarie più negative rispetto ai pazienti che non ne sono affetti.
Dall’analisi emerge che le persone con Long Covid ripetono più spesso informazioni già presenti nei loro dossier clinici: il 33% contro il 25% dei pazienti senza Long Covid. Inoltre, solo il 58% degli affetti da Long Covid dichiara di avere fiducia nel proprio sistema sanitario, contro il 64% dei non affetti. Secondo l’Ocse, questa sfiducia potrebbe essere legata a una mancanza di coordinamento nella presa in carico dei pazienti, che spesso si trovano ad affrontare percorsi assistenziali frammentati e non standardizzati.
Il report evidenzia anche una notevole eterogeneità tra i Paesi Ocse per quanto riguarda la prevalenza riportata e la tipologia dei sintomi attribuiti al Long Covid. Questa variabilità rafforza la raccomandazione dell’Ocse di sviluppare percorsi di cura integrati e standardizzati per la diagnosi e la gestione della condizione.
L’Organizzazione invita i decisori sanitari a:
• promuovere programmi di formazione per il personale sanitario, per favorire il riconoscimento precoce dei sintomi;
• prioritizzare l’implementazione di percorsi di cura coordinati, capaci di migliorare la qualità dell’assistenza e l’esperienza dei pazienti.
Il rapporto sottolinea infine come l’impatto a lungo termine del Long Covid, sia dal punto di vista sanitario che sociale, rimanga incerto. L’Ocse raccomanda una sorveglianza continua e ulteriori ricerche per stimare i costi socio-economici della patologia, al fine di orientare le politiche pubbliche in modo più efficace.
L’indagine PaRIS rappresenta il primo studio transnazionale a raccogliere direttamente esperienze riferite dai pazienti in ambito di cure primarie, offrendo uno strumento utile per comprendere e affrontare le sfide legate al Long Covid nei sistemi sanitari dei Paesi membri.