Parte oggi, 15 maggio, la campagna nazionale di denuncia dell’Anaao Assomed contro le aziende sanitarie che violano norme di legge e contratti collettivi, con 50 strutture già formalmente segnalate. È solo il primo passo di un’azione destinata a espandersi, come annunciato dal segretario nazionale Pierino Di Silverio. Le accuse sono pesanti: dalle violazioni sugli orari di lavoro e le ferie negate, fino al mancato riconoscimento delle prestazioni aggiuntive e all’inadempienza in materia di sicurezza sul lavoro, con particolare riferimento al contrasto delle aggressioni al personale sanitario.
Secondo l’Anaao, i disservizi non sono episodi isolati, ma una fotografia sistemica del degrado in cui versa la sanità pubblica in molte zone d’Italia. E la geografia delle denunce lo conferma.
Al Nord, la situazione è critica in Piemonte, dove l’ASL Città di Torino è sotto accusa per la mancata protezione dei lavoratori nei servizi psichiatrici e per il silenzio opposto alle richieste sindacali di accesso al Documento di Valutazione dei Rischi. In Liguria, tutte e 10 le aziende sanitarie regionali sono state denunciate per inadempienze simili, aggravate da episodi di aggressioni e mancanza di misure preventive. In Veneto, tre aziende – tra cui la ULSS 3 Serenissima – sono finite sotto accusa per violazione dell’orario di lavoro e mancato confronto con i sindacati: una ha già visto accogliere il ricorso Anaao. In Emilia Romagna, l’intero sistema sanitario regionale è nel mirino per la negazione del diritto alle ferie, mentre in Friuli Venezia Giulia la contestazione riguarda la gestione fiscale delle prestazioni aggiuntive erogate nel 2024.
Nel Centro Italia, la Toscana vede coinvolte tutte le 11 aziende sanitarie pubbliche, accusate di scarsa trasparenza nella gestione dei fondi per la formazione e nel pagamento delle prestazioni straordinarie. Solo due aziende hanno parzialmente accolto le richieste Anaao. Nel Lazio, due ospedali – l’Oftalmico e il Vannini – sono stati denunciati per mancati incentivi e per blocchi unilaterali ai pagamenti della libera professione. Nelle Marche, la denuncia contro l’AOU di Ancona riguarda i turni eccessivi di pronta disponibilità che, secondo il sindacato, mettono a rischio la salute dei medici. In Abruzzo e Molise le contestazioni ruotano attorno alla gestione dei fondi perequativi e alle violazioni sugli orari, mentre in Umbria l’Anaao ha ottenuto l’apertura di un tavolo di confronto dopo la denuncia per mancata contrattazione integrativa.
Il quadro al Sud e nelle Isole non è meno preoccupante. In Campania, l’AOU Ruggi d’Aragona è accusata di condotta antisindacale per non aver attivato le trattative sui criteri di distribuzione dei fondi. In Puglia, l’ASL di Taranto è sotto accusa per turni irregolari e per l’utilizzo improprio di fondi straordinari. In Basilicata, l’AOR San Carlo di Potenza ha ignorato una richiesta di accesso agli atti riguardanti orari e riposi del personale. In Sicilia e Sardegna, l’Asp di Palermo e l’Arnas Brotzu di Cagliari sono accusate di negare il confronto sindacale su incarichi e graduazioni, limitando le prospettive professionali dei medici.
“Ci troviamo di fronte a una realtà inaccettabile”, ha dichiarato Di Silverio. “Oggi partiamo con 50 denunce, ma arriveremo a coinvolgere tutte le aziende sanitarie che non rispettano i contratti. Le aggressioni, le ferie negate, i fondi non erogati: tutto questo non è più sostenibile. Non chiediamo privilegi, chiediamo solo il rispetto delle regole”.
La campagna prevede anche la realizzazione di un “Libro Bianco” che raccoglierà testimonianze e documentazione a supporto delle denunce. L’obiettivo è far emergere le condizioni di lavoro reali nei presidi pubblici italiani e avviare un cambiamento che, secondo l’Anaao, non è più rinviabile.
“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale rischia di sgretolarsi”, ha aggiunto Di Silverio. “Serve collaborazione, responsabilità, rispetto. Solo così potremo restituire dignità al lavoro dei medici e garantire ai cittadini una sanità pubblica più sicura ed equa”.