La riforma della medicina generale entra nel vivo. È pronta una prima bozza messa a punto dai tecnici di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lazio, che prevede il superamento del rapporto convenzionale per i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta. Lo riporta in un articolo la Repubblica, che ha visionato il testo preliminare.
Il documento, ora all’esame delle Regioni e destinato a essere discusso con il ministero della Salute, stabilisce che l’attuale modello convenzionale andrà “ad esaurimento”, mantenendosi solo per chi è già in servizio e fino al pensionamento, salvo opzione per il passaggio alla dipendenza. I nuovi medici entreranno invece direttamente negli organici del Servizio sanitario nazionale.
La bozza stabilisce che i medici e i pediatri di assistenza primaria, una volta dipendenti, saranno “inquadrati nel ruolo sanitario della dirigenza medica”, lo stesso degli ospedalieri. Per chi è ancora convenzionato, viene prevista una graduale integrazione con il personale dipendente e l’obbligo di svolgere parte dell’attività nelle Case di Comunità, strutture territoriali previste dal Pnrr.
Il sistema di remunerazione resta misto, con una quota capitaria e una parte variabile legata agli obiettivi. Per i professionisti con un carico di 1.200-1.500 assistiti, ad esempio, sono previste 38 ore settimanali, di cui 21 dedicate agli assistiti e le restanti all’attività aziendale.
La riforma coinvolge anche la formazione: i medici in corso di specializzazione al momento dell’entrata in vigore della legge saranno assunti come dipendenti. In prospettiva, si punta a istituire una nuova specializzazione universitaria quadriennale in “medicina di comunità e cure primarie”, con l’integrazione del corso regionale di medicina generale tramite un ulteriore anno di formazione pratica e teorica.
La scelta del medico da parte del cittadino dovrebbe rimanere anche nel nuovo assetto, ma il dettaglio verrà definito da futuri strumenti normativi.
Il testo è frutto del lavoro di una sottocommissione tecnica interna alla Commissione Salute, da cui si sono progressivamente sfilate alcune Regioni, tra cui l’Emilia-Romagna. La bozza dovrà ora essere condivisa tra tutte le Regioni e con il ministero della Salute, con una discussione attesa già nei prossimi giorni in sede di Conferenza Stato-Regioni.