"Ufficialmente mancano 65mila infermieri in Italia ma il deficit è sicuramente maggiore, se si tiene conto delle strutture che sono fuori dal sistema sanitario nazionale. La questione della carenza infermieristica è nazionale e serve un commissario con pieni poteri". L'ha detto a Cernusco sul Naviglio (Milano), la presidente di Fnopi, la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, Barbara Mangiacavalli, nell'ambito del convegno sulla centralità dell'infermiere in psichiatria promosso dalla provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli.
Fare l'infermiere in Italia non attira i giovani: "esiste un problema di attrattività - ammette la presidente - vuoi perché ci sono meno giovani di un tempo, vuoi perché c'è una offerta universitaria molto ampia e competitiva. Alcune professioni del nostro stesso ambito, come fisioterapia e medicina raccolgono più iscritti e noi, soprattutto al Nord, non copriamo tutti i posti disponibili nelle università". Per rendere più attrattiva questa professione, ha spiegato Mangiacavalli occorre "cambiare i modelli, valorizzando le competenze specialistiche, togliere lacci e lacciuoli burocratici e fare sinergia tra pubblico e privato". Il convegno ha fatto il punto proprio sui modelli e sull'evoluzione della professione al centro S.Ambrogio - Fatebenefratelli che rappresenta l'11% dell'offerta riabilitativa psichiatrica della Lombardia. Il direttore di struttura Samuele Rossoni ha ricordato che "la riforma Basaglia ha avuto il merito di ridefinire il concetto di salute mentale, ma ha pur sempre quarant'anni" e il direttore sanitario Gian Marco Giobbio che in Lombardia nel 2007 si è dato un assetto alle comunità psichiatriche e riabilitative: "siamo a distanza di vent'anni e la psichiatria territoriale è cambiata".