Professione medica
Contratto
29/04/2025

Contratto comparto sanità, ancora un nulla di fatto. Confronto interlocutorio all’Aran

La seduta, definita interlocutoria, non ha sbloccato lo stallo apertosi a febbraio, quando alcune sigle avevano rifiutato di firmare la proposta presentata

medico aziendale- pensione

Si è concluso senza esiti concreti l’incontro odierno tra l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e le organizzazioni sindacali per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto sanità 2022-2024. La seduta, definita interlocutoria, non ha sbloccato lo stallo apertosi a febbraio, quando alcune sigle avevano rifiutato di firmare la proposta presentata.

Al tavolo erano presenti le confederazioni Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Cgs, Cse e le rispettive sigle di categoria: Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind, Nursing Up. Il confronto è stato aggiornato tra due settimane.

La proposta economica dell’Aran

L’Aran ha messo sul tavolo un incremento medio di 172,70 euro lordi mensili su 13 mensilità, pari a un aumento del 6,8% rispetto agli stipendi attuali. L’offerta riguarda circa 580mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale, tra infermieri, tecnici e personale non dirigente. L’obiettivo è valorizzare il lavoro svolto durante la pandemia e riconoscere le specificità professionali del comparto.

La composizione dell’incremento si articola in quattro voci:
• 135 euro sullo stipendio tabellare;
• 15,66 euro per l’indennità di specificità infermieristica;
• 6,52 euro per l’indennità di pronto soccorso;
• 15,52 euro destinati ai fondi per le risorse decentrate.

Per i circa 23mila infermieri di pronto soccorso, è previsto un aumento specifico:§
• +305 euro lordi mensili dal 2025;
• ulteriori +60 euro dal 2026, per un totale di quasi 365 euro.

Sindacati divisi, il fronte della non firma regge

Nonostante la proposta, resta il fronte del “no”. Cgil, Uil e Nursing Up non hanno firmato l’accordo.

Le trattative erano già state interrotte a dicembre 2024. Secondo le tre sigle, l’offerta è “insufficiente” e non tiene conto della perdita di potere d’acquisto accumulata dal personale negli ultimi anni. Le richieste di risorse aggiuntive avanzate in quel periodo sono rimaste inascoltate. Oggi, la posizione non cambia.

Fp Cgil e Uil Fpl hanno espresso una posizione netta al termine dell’incontro: “Non è emersa alcuna novità sostanziale, né sul piano economico né su quello normativo. Ancora una volta il confronto si è rivelato privo di contenuti in grado di rispondere concretamente alle attese dei lavoratori e delle lavoratrici del settore”. Le due sigle sindacali ribadiscono “la loro indisponibilità a sottoscrivere una pre-intesa che non riconosca il valore del personale sanitario attraverso tutele reali, diritti esigibili e un adeguato incremento salariale”. Nel comunicato si sottolinea l’assenza di un’assunzione di responsabilità da parte del Governo: “Il Governo continua a sottrarsi a un’assunzione di responsabilità concreta nei confronti di chi garantisce il diritto alla salute per l’intera collettività”. E ancora: “La nostra posizione non è ideologica ma basata sui contenuti. Restiamo disponibili al dialogo, ma servono risorse adeguate e risposte normative precise, che ad oggi restano del tutto disattese”. Fp Cgil e Uil Fpl citano infine il recente Documento della Conferenza delle Regioni, che sottolinea l’urgenza di superare il sottofinanziamento e di avviare un investimento straordinario sulle retribuzioni. “Chiediamo che queste indicazioni non restino sulla carta ma si traducano in proposte reali e risorse aggiuntive già dai prossimi incontri. In assenza di un cambio di rotta, non esistono le condizioni per la chiusura positiva della trattativa”.

Nursing Up definisce l’incontro odierno come "l’ennesimo muro contro muro, senza uno spiraglio di soluzione". Secondo il sindacato, l’Aran avrebbe addirittura fatto "dietrofront su alcuni punti", trasformando il confronto in "un pericoloso nulla di fatto".

Sul tema delle progressioni di carriera, Nursing Up critica il mancato riconoscimento dell’accesso all’area di elevata qualificazione ai professionisti con titoli equipollenti e significativa esperienza.

"Un orientamento che ignora inspiegabilmente il principio di equipollenza tra titoli", si legge in una nota, "e che genera un senso diffuso di esclusione tra gli operatori sanitari".

Ancora più dura la posizione sulla tutela dei lavoratori over 60, rimasta del tutto inascoltata:
"Nessun riconoscimento del diritto all’esonero dai turni notturni e dalle pronte disponibilità per chi ha superato i 60 anni".

Sul piano economico, il sindacato denuncia quella che definisce "l’illusione degli aumenti promessi".
"L’Aran continua a propagandare aumenti medi da 172 euro lordi mensili, ma la verità è che molti lavoratori non li vedranno mai", scrive il sindacato, "soprattutto perché si tratta di cifre gonfiate da risorse non destinate a tutti e da fondi decentrati. Per molti gli aumenti reali in busta paga si ridurranno a una quarantina di euro lordi".

E ancora "i 305 euro destinati agli operatori dei pronto soccorso non derivano nemmeno dal contratto, ma da una legge dello Stato. È fuorviante spacciare questi aumenti come risultato della trattativa".

Tuttavia, Nursing Up si dice disponibile a chiudere il contratto, a patto che l’Aran apra realmente a un confronto sui punti ritenuti imprescindibili.

"Abbiamo comunque confermato la nostra sollecitazione di arrivare presto a sottoscrivere il contratto, lavorando sulla parte normativa", afferma il sindacato, "ma solo se l’Aran rivedrà alcuni profili dell’attuale bozza".

Sul fronte opposto, il Nursind ha parlato di un’occasione che "non va sprecata". “Dopo 13 mesi di stallo sul contratto, sarebbe un modo per risarcire i tanti lavoratori del comparto, a cominciare da infermieri e ostetriche, che vorrebbero fare affidamento su un aumento, seppure non ingente, di risorse in busta paga” ha dichiarato in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale.

Bottega ha poi sottolineato l’urgenza di chiudere l’intesa: “I fondi, seppure pochi e insufficienti a compensare l’inflazione degli ultimi anni, vanno spesi entro fine anno come previsto dal Documento di finanza pubblica. Oppure sarà meglio poi doversi piegare a quanto sarà deciso unilateralmente dal governo? Questa sì che sarebbe una sconfitta per le relazioni sindacali”.

Critico il passaggio rivolto alle sigle contrarie: “La questione delle scarse risorse non è da porre al tavolo Aran. Non è in quella sede che può essere affrontata e risolta. Per disporre di nuovi stanziamenti serve una legge. Ergo, continuare a insistere su questo significa solo arroccarsi su una posizione pregiudiziale”. “Confidiamo ha concluso Bottega “che questo incontro esplorativo apra una riflessione. In caso contrario, a perdere saranno solo i professionisti della sanità”.

Anche la Fials ha espresso insoddisfazione per l'esito dell’incontro. “Anche la seduta di oggi si è conclusa senza alcun risultato concreto. Un nuovo nulla di fatto che rischia di aggravare ulteriormente la situazione già critica del comparto”, si legge nella nota diffusa dal sindacato.

La federazione ha ribadito “la disponibilità alla firma del contratto, pur nella consapevolezza delle criticità esistenti” e ha rivendicato la propria autonomia: “Non ci facciamo influenzare da pressioni politiche o da interessi di parte. La nostra unica bussola sono i diritti dei lavoratori”.

“In condizioni economiche e normative ben peggiori rispetto a quelle attuali, si è giunti comunque ad una firma” aggiunge la nota.

“Se il sistema dovesse implodere, la responsabilità non sarà certo nostra. La vera sconfitta sarebbe la paralisi del confronto e la perdita di mesi di duro lavoro contrattuale, che avrebbe portato miglioramenti normativi ed economici per tutto il personale sanitario”, conclude la Fials.

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