Nel 2023, le aggressioni e le violenze sul lavoro sono aumentate dell'8,6% rispetto all'anno precedente, con 6.813 denunce registrate dall'Inail. Il settore sanitario e dell'assistenza sociale è quello più colpito, rappresentando il 43% degli episodi, a conferma di una tendenza già evidenziata negli ultimi anni.
Infermieri, operatori sociosanitari e socioassistenziali sono tra le categorie più esposte, subendo atti di violenza sia da parte dei pazienti che dei loro familiari. Il problema è particolarmente evidente nei pronto soccorso e nei reparti di emergenza, dove la carenza di personale e i tempi di attesa possono generare situazioni di tensione.
Dal punto di vista geografico, il 60% delle segnalazioni proviene dalle regioni del Nord Italia, mentre il restante 40% è suddiviso tra Centro e Sud. L'analisi dell'INAIL evidenzia inoltre che tra il 2019 e il 2023 sono stati registrati 14 decessi legati ad episodi di violenza sul lavoro.
La crescita delle aggressioni contro gli operatori sanitari conferma la necessità di misure più efficaci per la sicurezza nei luoghi di lavoro. L'inasprimento delle pene per chi aggredisce il personale sanitario e l'introduzione dell'arresto in flagranza differita sono passi avanti, ma il problema rimane strutturale e richiede interventi che vadano oltre la sola repressione, includendo il potenziamento delle risorse e un cambiamento culturale nel rapporto tra cittadini e servizi sanitari.