Nonostante le misure adottate negli ultimi anni, la violenza contro gli operatori sanitari continua a essere un problema irrisolto. A denunciarlo, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sui sanitari del 12 marzo, sono i sindacati Anaao Assomed e CIMO-FESMED, che lanciano due campagne di sensibilizzazione per chiedere interventi strutturali e normativi a tutela del personale medico e infermieristico.
Secondo Anaao Assomed, che ha avviato la campagna #Bastaggressioni, il fenomeno delle aggressioni è alimentato da una duplice crisi: da un lato, la difficoltà di accesso alle cure dovuta alla carenza di personale e a un’organizzazione inefficace; dall’altro, la rottura del rapporto di fiducia tra medico e paziente, sostituito sempre più spesso da diagnosi fai-da-te basate su informazioni reperite online. «Nonostante l’inasprimento delle misure punitive, gli episodi di violenza non diminuiscono – spiega Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed –. Serve un intervento sulla gestione degli accessi in ospedale, con filtri che accolgano non solo i pazienti ma anche i loro familiari, che sono responsabili del 61% delle aggressioni». Il sindacato chiede anche che le aziende sanitarie si costituiscano parte civile nei processi per violenza contro i medici e rispettino le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro previste dal decreto 81/2008.
Dal canto suo, la Federazione CIMO-FESMED sottolinea il clima di insicurezza in cui lavorano i medici ospedalieri. Secondo un sondaggio interno, il 71% dei camici bianchi teme di subire un’aggressione durante il proprio turno, percentuale che sale al 76% tra le dottoresse. Il sindacato lancia la campagna “La paura non aiuta la cura” per sensibilizzare l’opinione pubblica su una situazione sempre più grave. «Ci troviamo di fronte a un’emergenza nazionale – dichiara il presidente Guido Quici – che non si risolverà senza un serio intervento strutturale. Occorre ampliare l’offerta sanitaria e migliorare le condizioni di lavoro per ridurre i tempi di attesa, spesso causa scatenante di aggressioni».