"Il ministero della Salute ha istituito, insieme al ministero dell'Università e della Ricerca, un Tavolo di lavoro dedicato che ha elaborato un documento condiviso anche dal Gruppo per l'accesso sostenibile alle professioni sanitarie. La proposta è necessaria: superare l'attuale corso di formazione trasformandolo in una vera e propria scuola di specializzazione. Questo permetterebbe di strutturare il percorso post-laurea del medico di medicina generale allineandolo alle altre discipline specialistiche". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, al Question time alla Camera ha risposto all'interrogazione sulle iniziative volte a salvaguardare e valorizzare il ruolo dei medici di medicina generale
"Sul fronte contrattuale - ha precisato - voglio essere chiaro: l'obiettivo primario di questo Governo è garantire ai cittadini prestazioni d'eccellenza da parte di professionisti motivati e consapevoli. I contratti seguiranno come naturale conseguenza di un processo che mette al centro la qualità, la quantità dell'assistenza e la dignità della professione. Concludo con un impegno concreto: il mio ministero, in sinergia con il Mur, adotterà tutte le iniziative necessarie per realizzare questa evoluzione del percorso formativo", ha assicurato Schillaci.
"I medici di medicina generale” ha detto il Ministro “rappresentano non solo il primo contatto dei cittadini con il Servizio sanitario nazionale, ma il vero cuore pulsante della medicina di prossimità. La salute di prossimità non è un concetto astratto; vive concretamente negli studi dei nostri medici di famiglia che custodiscono quel patto di fiducia che è alla base del rapporto medico-paziente. Il loro contributo è determinante tanto nella prevenzione quanto nell'orientare i cittadini verso stili di vita corretti, in un'epoca in cui le malattie croniche rappresentano la sfida principale dei sistemi sanitari moderni. I dati parlano chiaro: dal 2017 al 2023 abbiamo assistito a una diminuzione del 13% dei medici di medicina generale e il numero dei 'massimalisti' è aumentato del 42%: segnale di un sistema sotto pressione".
"L'attuale organizzazione del Corso di formazione specifica in Medicina generale, gestito dalle Regioni e Province autonome, non sta rispondendo adeguatamente alle sfide del presente - ha osservato il ministro - Ne è prova tangibile la 'questione vocazionale': molti giovani medici pensano che la medicina generale rappresenti oggi una seconda scelta rispetto alle scuole di specializzazione, considerate più prestigiose e remunerative. Basti pensare che un medico in formazione per la medicina generale riceve una borsa di studio di soli 11.603 euro annui, contro i 25.000-26.000 euro degli specializzandi. Non possiamo più permetterci che la medicina generale sia percepita come un ripiego. È tempo di trasformarla in una vocazione d'eccellenza - ha dichiarato Schillaci - equiparandola alle altre specializzazioni non solo nel percorso formativo, ma anche nel riconoscimento professionale, economico e con nuovi parametri di efficienza".