Non ci sarà un nuovo test nazionale per l’accesso a Medicina. Lo ha chiarito la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, spiegando che tutti i posti disponibili saranno assegnati attraverso il sistema delle graduatorie costruite sulla base dei due appelli del semestre filtro. Per le università statali i posti sono 19.707 e, secondo quanto riferito dalla ministra, saranno tutti coperti entro la fine di febbraio.
Dopo il primo appello del 20 novembre e il secondo del 10 dicembre, il Ministero procederà alla formazione della graduatoria nazionale. I risultati del secondo appello sono attesi il 23 dicembre, mentre la graduatoria nazionale sarà pubblicata il 12 gennaio 2026. Il completamento delle assegnazioni e dei ripescaggi è previsto entro il 28 febbraio.
Il meccanismo prevede più livelli. Nella prima graduatoria saranno inseriti gli studenti che hanno superato tutti e tre gli esami previsti dal semestre filtro. Qualora i posti non risultassero coperti, si procederà con una seconda lista, composta dagli studenti che hanno superato due esami su tre: in questo caso l’accesso sarà subordinato al recupero del debito formativo nella materia non superata, da colmare a livello locale.
In ultima istanza potranno essere considerati anche gli studenti che hanno superato un solo esame su tre, con due debiti da recuperare. È esclusa la possibilità di una nuova prova nazionale.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, i risultati del primo appello hanno mostrato percentuali di superamento particolarmente basse: circa il 15% dei candidati ha raggiunto la sufficienza in Fisica e tra il 22% e il 23% in Biologia. Dati che hanno alimentato critiche e proteste studentesche sul funzionamento del semestre filtro.
Sul modello interviene il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, che definisce il semestre filtro «un insuccesso già annunciato». «Lo avevamo detto in tutte le maniere che così non sarebbe andato bene», afferma, precisando tuttavia che «la riforma ha cose buone da salvare» e può essere rimodulata.
Secondo Anelli, i tre esami previsti nel semestre filtro «non sono banali» e richiedono tempo, soprattutto considerando il passaggio dal metodo didattico del liceo a quello universitario. «Il tempo non è una variabile indipendente, ma un punto fondamentale», sottolinea, evidenziando la necessità di un periodo congruo di adattamento.
La proposta avanzata dalla Fnomceo prevede l’utilizzo dell’ultimo anno di liceo come fase di orientamento e preparazione all’ingresso a Medicina. Un modello già sperimentato con il liceo a curvatura biomedica, attivo in circa 300 istituti italiani, che secondo Anelli ha dimostrato la compatibilità tra il percorso ordinario e attività formative aggiuntive mirate.
«L’ultimo anno del liceo può essere un anno di orientamento e allo stesso tempo di preparazione alle università», afferma Anelli, ribadendo la disponibilità a confrontarsi con la ministra Bernini per integrare la riforma con l’esigenza degli studenti di avere più tempo per prepararsi e adattarsi al percorso universitario.