Il 13 febbraio è previsto lo sciopero dei medici dipendenti della sanità privata indetto dalla Cimop. La Federazione Cimo-Fesmed sostiene lo sciopero reputando "assurdo il rifiuto delle associazioni datoriali Aiop e Aris di rinnovare il contratto collettivo di lavoro, fermo in alcuni casi da 20 anni".
Lo sottolinea in una nota Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed alla quale aderisce anche Cimop: "Quello che Aiop e Aris propongono al ministero della Salute è un vero e proprio ricatto - afferma in una nota - È inaccettabile pensare di sedersi al tavolo delle trattative solo e unicamente se lo Stato garantisce la copertura economica totale del costo del rinnovo del contratto dei medici, quando in questi ultimi anni il contributo statale alla sanità privata accreditata è cresciuto in maniera esponenziale. Non si può pensare di guadagnare in questo modo sulle spalle del personale. Per questo - ribadisce - proponiamo ancora una volta di legare l'accreditamento delle strutture sanitarie private al rispetto dei diritti dei lavoratori: chi non rinnova il contratto di lavoro dovrebbe perdere l'accreditamento, altrimenti lo Stato diventa complice di questa situazione vergognosa".
"Il 13 febbraio - annuncia dunque il leader sindacale - saremo di fronte al ministero della Salute per manifestare insieme ai colleghi contro questa situazione vergognosa, che negli anni si è impantanata a causa di responsabilità che vedono coinvolti le associazioni datoriali e il ministero stesso, poiché ha accettato di farsi carico di una parte del costo del rinnovo del contratto del comparto, ma si è sempre rifiutato di garantire lo stesso trattamento ai medici, creando di fatto una discriminazione inaccettabile".