Forte preoccupazione e indignazione riguardo alla possibile trasformazione dei medici di medicina generale in dipendenti del Sistema Sanitario Nazionale (Ssn). A esprimerle il Consiglio Nazionale della Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) nella mozione, approvata durante la riunione del Consiglio a Roma. La mozione condanna l'ipotesi di un passaggio a dipendenti e ribadisce che ciò porterebbe al collasso dell’assistenza sul territorio e alla privatizzazione dei servizi sanitari.
Secondo il Consiglio Nazionale della Fimmg, l’eventuale modifica del ruolo giuridico del medico di medicina generale sarebbe inaccettabile. “Questo cambiamento rischierebbe di minare il rapporto fiduciario tra medico e paziente e di compromettere l’organizzazione delle Cure Primarie, fulcro del nostro Ssn”, ha affermato Silvestro Scotti, Segretario Generale Nazionale della Fimmg, in apertura della discussione.
Il sindacato sottolinea, inoltre, la necessità urgente di avviare il confronto per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, fondamentale per il miglioramento delle Cure Primarie. Fimmg ha richiesto anche l’emanazione dell’Atto di Indirizzo, necessario a supportare l’innovazione e la modernizzazione del settore, con il coinvolgimento attivo dei medici di medicina generale nell’attuazione degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
L’Organizzazione ha ribadito, inoltre, la propria preoccupazione per la mancata applicazione degli Accordi Regionali, che stanno creando incertezze e rallentamenti per molti medici di famiglia, pregiudicando il loro percorso professionale. Fimmg evidenzia la necessità di definire con urgenza politiche regionali chiare per garantire la realizzazione di un modello di medicina generale efficace e sostenibile.
La Fimm, infine, ha anche ribadito la centralità della medicina di famiglia nell’assicurare l’universalità e la qualità delle cure, come previsto dall'articolo 32 della Costituzione, e l’importanza di mantenere il sistema basato sulla libera professione convenzionata, dando mandato al Segretario Nazionale di proseguire l'azione politica e auspicando un confronto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Consiglio Nazionale ha anche stabilito di convocare una nuova riunione entro 30 giorni, per valutare ulteriori azioni di lotta sindacale, sempre con l’obiettivo di proteggere il sistema delle Cure Primarie e garantire un futuro stabile per la professione di medico di medicina generale.