La Fp Cgil Medici di Medicina Generale lancia un forte appello per una vera riforma dell’assistenza territoriale, chiedendo una nuova organizzazione che passi dal contratto della Dirigenza anche per i Medici di Medicina Generale (MMG) e dalla revisione del sistema formativo. La proposta di legge attualmente in discussione, sostenuta dagli Onorevoli Benigni, Cappellacci e Patriarca, viene definita dalla Fp Cgil come “inaccettabile”.
Secondo il coordinamento nazionale della Fp Cgil MMG, la proposta legislativa ripropone soluzioni già viste e inefficaci, incentrate su un modello ibrido che finisce per peggiorare l’attuale organizzazione dell’assistenza territoriale. “I Medici di Medicina Generale, già in grave carenza di organico, saranno costretti a dividersi tra studi convenzionati, domicili dei pazienti e Case di Comunità, con un conseguente peggioramento dell’assistenza”, sottolinea la nota del sindacato. La Fp Cgil critica duramente il mantenimento del rapporto di lavoro libero professionale, che isola i medici dal resto dei servizi sanitari, complicando la gestione integrata delle cure. Una situazione che, oltre a non migliorare l'integrazione territoriale, “logora i professionisti, impegnati spesso in attività burocratiche lontane dalla cura dei pazienti”.
“Dopo le dichiarazioni del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ci aspettavamo una proposta di legge seria e articolata per un sistema integrato e multiprofessionale”, prosegue la nota. Tuttavia, la proposta presentata non affronta i problemi strutturali che affliggono l’assistenza territoriale, lasciando irrisolto il nodo dell'integrazione tra le figure professionali. Fp Cgil evidenzia come il sistema attuale sia già vicino al collasso: vaste aree del Paese non garantiscono più un’assistenza territoriale di primo livello, con milioni di cittadini che rischiano di rimanere senza un MMG nei prossimi anni. Il dato sui pensionamenti è definito “drammatico”, considerando che tre quarti degli attuali medici di famiglia sono prossimi al prepensionamento. Le cause della crisi vengono fatte risalire a una formazione post-laurea inadeguata, che non prepara i futuri medici alle nuove esigenze di una medicina in continua evoluzione. “Serve una formazione che favorisca l’integrazione con i colleghi ospedalieri e risponda alle necessità di una riorganizzazione territoriale improrogabile”. La Fp Cgil propone quindi il passaggio al contratto della Dirigenza per i Medici di Medicina Generale, a partire dai neoassunti e da chi opererà nelle Case di Comunità. “Solo un sistema integrato e multiprofessionale, con medici dotati degli strumenti necessari e inseriti in un contesto organizzativo moderno, può garantire una presa in carico efficace dei pazienti”.
Il coordinamento denuncia anche le resistenze al cambiamento, definite come “strutture di potere” che ostacolano l’evoluzione del sistema sanitario. “Il falso mito che solo il rapporto libero professionale garantisca la prossimità e il rapporto fiduciario è smentito dagli studi internazionali”, afferma la nota. Fp Cgil conclude con un appello al coraggio politico: “È necessario superare gli interessi corporativi per salvare il Servizio Sanitario Nazionale. Chiediamo una riforma della formazione e il contratto della Dirigenza per i Medici di Medicina Generale, senza compromessi e senza false riforme”.