L'idea di trasformare i medici di famiglia, oggi liberi professionisti convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, in dipendenti del Ssn, non piace alla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg). A confermarlo nei giorni scorsi il Consiglio nazionale, che ha approvato una mozione dichiarandosi, ancora una volta, "contrario a una soluzione legislativa che modifichi il ruolo giuridico degli attuali e dei futuri medici di medicina generale". Anche perché "non risolverebbe i reali problemi del sistema sanitario territoriale, ma sottrarrebbe ai cittadini" l'unica "figura di riferimento fiduciaria esistente nell'assetto socio-sanitario attuale". Con la mozione si è dato quindi mandato al segretario nazionale, Silvestro Scotti, impegnato in questi giorni in confronti istituzionali sul tema, di convocare il Consiglio nazionale "entro 10 giorni" per "individuare ulteriori opportune modalità di lotta sindacale anche non convenzionale".
E anche le Fimmg regionali confermano la linea nazionale.
“La dipendenza non risolverebbe i reali problemi del sistema sanitario sul territorio. Finirebbe solo con il privare i cittadini del medico di famiglia di libera scelta che, come confermano tutte le ricerche, rappresenta una figura di fiducia e un punto di riferimento nel sistema sanitario”. - dichiara Antonio De Maria, Segretario Fimmg Puglia, ribadendo il contenuto della mozione approvata dal Consiglio nazionale Fimmg.
Un tema confermato dal segretario di Fimmg Fvg Fernando Agrusti “Potrebbero esserci delle dimissioni di massa soprattutto dei colleghi che hanno raggiunto l'età pensionabile, solo in Fvg ci sono 181 medici che potrebbero lasciare improvvisamente il loro lavoro” ha detto.
E oltre ai cittadini senza medico di famiglia “anche il personale di quei 700 medici si troverebbe da un giorno all’altro senza lavoro. I veri problemi della Sanità territoriale oggi sono questi, non il ruolo giuridico degli attuali o futuri medici” sottolinea Nicola Calabrese, Vicesegretario nazionale Fimmg.