L’arrivo di ravulizumab segna un importante passo avanti nella gestione della miastenia gravis. A parlarne è il dottor Renato Mantegazza, che evidenzia come questo farmaco, grazie alla sua capacità di inibire l’attività del complemento per due mesi, rappresenti un cambio di paradigma nel trattamento. "Ridurre la frequenza di somministrazione semplifica la vita non solo ai pazienti ma anche ai medici soprattutto in un contesto in cui le strutture pubbliche sono sature di richieste e di lavoro”.
“Questo farmaco – sottolinea Mantegazza- è frutto dell'ingegneria genetica, rappresentando un vero cambio di paradigma nel nell'approccio terapeutico al paziente”. Ravulizumab offre vantaggi su due fronti: un efficace controllo dei sintomi e la protezione della giunzione neuromuscolare, riducendo l’uso prolungato di corticosteroidi e altri immunosoppressori, noti per i loro pesanti effetti collaterali. "Questo approccio migliora non solo la qualità della vita, ma anche la salute a lungo termine dei pazienti", sottolinea.
Sul piano organizzativo, il dottor Mantegazza ribadisce l'importanza di un registro nazionale per la miastenia gravis. "Questa iniziativa permetterà di ottenere dati precisi su prevalenza e incidenza, migliorando il monitoraggio e l'appropriatezza delle terapie. Attualmente, i centri di eccellenza seguono solo un terzo dei pazienti stimati in Italia", conclude, evidenziando l'urgenza di colmare questo gap per ottimizzare l’uso delle nuove terapie.