"L'entrata in vigore del nuovo nomenclatore in un periodo complesso come la fine dell'anno ha generato un caos prevedibile e assolutamente evitabile. I disguidi derivanti dall'accoglimento dell'istanza del Tar del Lazio hanno ulteriormente aggravato la situazione, mettendo in difficoltà non solo i medici, ma anche l'intero sistema sanitario". Così Angelo Testa, presidente dello Snami, Sindacato nazionale autonomo medici italiani, in una nota interviene sulla vicenda che ha visto il Tar sospendere il decreto sul nuovo nomenclatore, per fare poi marcia indietro.
Tra i principali problemi Snami segnala il mancato aggiornamento tempestivo dei sistemi informatici e l'assenza di un documento di transizione che indicasse chiaramente le corrispondenze tra i vecchi e i nuovi codici. "Era indispensabile fornire uno strumento pratico ai medici - sottolinea Testa - per garantire una transizione fluida, evitando disagi a pazienti e operatori. Questo tipo di cambiamenti non può essere attuato in un periodo già complesso come la fine dell'anno, quando i carichi di lavoro dei medici sono al massimo e il margine di errore si riduce drasticamente. La scelta dei tempi è stata irresponsabile".
Nonostante tutto, la buona volontà e la dedizione dei medici di famiglia hanno evitato il tracollo totale. "Ancora una volta i medici hanno sopperito alle inefficienze del sistema, garantendo continuità assistenziale - aggiunge il presidente Snami - Ma non possiamo continuare a fare affidamento solo sulla loro resilienza". Il sindacato invita a una riflessione sulla gestione del nuovo nomenclatore. "Chiediamo che i medici vengano messi nelle condizioni di lavorare con strumenti chiari e aggiornati. È necessario pianificare meglio queste transizioni, garantendo tempi adeguati, formazione e - conclude Testa - supporto tecnico".