"La medicina generale si sta spegnendo sotto i nostri occhi e, con essa, il diritto alla salute dei cittadini". Così Angelo Testa, presidente nazionale Snami, Sindacato nazionale autonomo medici italiani, in una nota descrive la realtà italiana e avanza 3 proposte per evitarne il collasso.
"In Italia la situazione della medicina generale è ormai insostenibile - evidenzia Testa - I dati del Cnel parlano chiaro: con una dotazione di appena 68,1 medici di medicina generale ogni 100mila abitanti, il nostro Paese è indietro rispetto ad altre nazioni europee come la Germania (72,8), la Spagna (94,4) e la Francia (96,6). Negli ultimi 10 anni, abbiamo perso oltre 6mila medici di medicina generale, e il numero totale è ormai sceso sotto le 40mila unità". Aggiunge il vicepresidente Fabrizio Valeri: "Non possiamo ignorare che il 77% dei medici ha più di 54 anni e che nei prossimi anni assisteremo a un ulteriore esodo per via dei pensionamenti. Già oggi, il numero medio di pazienti per ogni medico è passato da 1.156 nel 2012 a 1.301 nel 2022, con quasi la metà dei medici che supera il limite normativo di 1.500 assistiti, soprattutto in regioni come la Lombardia, dove questa percentuale arriva al 71%''.
Alla luce di questi elementi, per Testa "non possiamo più aspettare. Le soluzioni ci sono e devono essere messe in campo subito". Così "Snami propone tre interventi urgenti: specializzazione in Medicina generale, a tutti gli effetti, in modo da renderla attrattiva per i giovani e garantire loro una formazione di qualità e un riconoscimento adeguato; miglioramento delle condizioni economiche, perché serve un aumento delle retribuzioni e un taglio delle tasse per rendere il settore competitivo e frenare la fuga dei medici già in servizio. Oggi, troppo spesso, i colleghi si trovano a lavorare con carichi insostenibili e guadagni non adeguati al ruolo che ricoprono". E, infine, "opportunità di carriera per i medici senior. È necessario, infatti, introdurre scatti di carriera e opportunità di ricollocamento per i medici più anziani, dando loro motivazioni per restare in attività e contrastare il pensionamento anticipato. La crisi della medicina generale non è solo un problema dei medici - rimarca il presidente - ma un'emergenza nazionale che colpisce milioni di cittadini che rimangono senza medici di famiglia, senza servizio di guardia medica, e senza medici su ambulanze o nelle carceri. È il momento che le istituzioni agiscano, ascoltando chi ogni giorno è in prima linea nel sistema sanitario. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma servono scelte coraggiose e immediate - conclude Testa - da parte della politica".