La crescente presenza dell’intelligenza artificiale (IA) nel settore sanitario sta suscitando una reazione contrastante tra i medici di tutto il mondo. Se da un lato questa tecnologia promette di rivoluzionare il modo in cui la medicina viene praticata, dall’altro genera ansia e timori tra i professionisti. Secondo una serie di ricerche internazionali condotte da Espresso Communication per conto di ‘Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice’, molti medici faticano ad accogliere l’IA come parte integrante del loro lavoro quotidiano. Il fenomeno, denominato ‘AI Fear’, descrive la diffusa paura di utilizzare l’intelligenza artificiale per svolgere compiti clinici. Un recente studio condotto da eMarketer ha rivelato che negli Stati Uniti oltre il 70% dei medici preferisce non avere a che fare con l’IA, temendo di non essere adeguatamente preparati a gestirla. In Italia, la situazione non è molto diversa: secondo Medscape, solo il 10% dei medici si sente informato e pronto a sfruttare le potenzialità dell’IA nella pratica quotidiana.
Questa resistenza non si limita solo ai medici, ma si riflette anche sui pazienti. Una ricerca di Healthcare Dive ha evidenziato che l’81% dei pazienti preferisce interagire con un medico umano piuttosto che affidarsi a un algoritmo o un avatar per le decisioni relative alla propria salute. Questo dato mostra come le paure e le incertezze dei medici sull’uso dell’IA possano influenzare anche il rapporto di fiducia tra paziente e tecnologia. Nonostante queste preoccupazioni, gli esperti sottolineano che l’intelligenza artificiale non dovrebbe essere vista come una minaccia, ma piuttosto come una risorsa fondamentale per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria. Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori di ‘Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice’, hanno recentemente stretto una partnership con la Federazione delle società medico-scientifiche italiane (Fism) per promuovere l’utilizzo dell’IA nel mondo della sanità italiana. "L’IA non è un mostro da sconfiggere, ma una valida compagna di viaggio", affermano Fiore e Viscanti. Gli algoritmi possono, per esempio, leggere le cartelle cliniche in modo accurato e fornire al medico informazioni utili per una diagnosi e una terapia più precise. L’obiettivo, spiegano, è quello di offrire certezze e strumenti innovativi affinché ospedali, ambulatori e aziende sanitarie possano aprirsi definitivamente all’utilizzo dell’IA.
Loreto Gesualdo, presidente della Fism, ha enfatizzato il potenziale trasformativo dell’IA, sottolineando come questa tecnologia possa supportare i medici nella raccolta e nell’analisi dei Big Data per lo studio delle malattie. “L’IA ci aiuta a raccogliere dati che possiamo trasformare in informazioni preziose per studiare molte patologie e cambiare la loro storia clinica”, ha spiegato Gesualdo. Inoltre, l’utilizzo di algoritmi avanzati può anche scoprire nuovi usi per molecole precedentemente scartate, aprendo la strada a terapie innovative. Un altro esempio è rappresentato dai cosiddetti “gemelli digitali”, modelli virtuali di pazienti sui quali è possibile testare le risposte terapeutiche e prevedere effetti collaterali, riducendo i rischi per la salute reale. La collaborazione tra Fism e ‘Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice’ ha un obiettivo chiaro: formare la classe medica italiana per affrontare con consapevolezza l’inevitabile integrazione dell’IA nel settore sanitario. Eventi formativi, podcast e corsi di aggiornamento sono solo alcune delle iniziative previste per favorire una vera e propria rivoluzione culturale in questo ambito. L’evento di punta sarà l’AI Week, che vedrà la partecipazione di importanti realtà del mondo medico-scientifico e promuoverà l’utilizzo delle tecnologie intelligenti nella sanità. “Investire nella ricerca e nell’innovazione è essenziale per proiettare il nostro sguardo verso il futuro, un futuro che non può che essere integrato con l’intelligenza artificiale”, conclude Gesualdo.