"Abbiamo portato all'attenzione del questore" di Milano, Bruno Megale, "proposte concrete da mettere in atto tempestivamente, anche in periferia, per arginare il fenomeno delle violenze, aggressioni fisiche e verbali, a danno del personale medico, sia nei Pronto soccorso di grossi presidi sanitari sia in reparto, ma anche negli ambulatori periferici di medici convenzionati, di continuità assistenziale e di specialisti ambulatoriali. Ben vengano i provvedimenti annunciati dal ministro" Orazio Schillaci "e la sorveglianza elettronica, ma queste non possono essere le uniche risposte. Come Ordine dei medici di Milano riteniamo prioritario il potenziamento di forze dell'ordine nei presidi ospedalieri e nei punti nevralgici più a rischio, quali i già citati pronto soccorso, affiancate tuttavia dalla presenza di un servizio di vigilanza istituito all'interno degli ospedali". Sono le parole di Roberto Carlo Rossi, presidente di Omceo Milano, dopo l'incontro avuto con il questore del capoluogo lombardo sul tema del crescente fenomeno delle violenze subite dagli operatori sanitari.
"Alcune misure sono state già intraprese da diversi mesi, anche grazie a un precedente incontro che abbiamo avuto con la Prefettura - ricorda il numero uno dei camici bianchi milanesi - ma non sono ancora sufficienti a offrire la sicurezza che il personale sanitario e tutti i pazienti meritano". Il messaggio è: basta botte, spintoni, insulti e minacce, da troppo tempo ormai all'ordine del giorno in ospedali, ambulatori e studi medici; serve un piano di risposta articolato su più fronti. Per questo Rossi e il tesoriere di OmceoMi, Martino Trapani, hanno presentato una serie di proposte al questore, Bruno Megale, tra cui appunto tornare a dotare le strutture sanitarie e i presidi ospedalieri di forze dell'ordine, ritenuto "non più procrastinabile", si legge in una nota dell'Ordine dei medici di Milano. E ancora, istituire all'interno degli ospedali 'rinforzi' privati della sicurezza con servizio di sorveglianza e vigilanza, per consentire ai professionisti sanitari di lavorare in tranquillità.
Inoltre, per i medici vanno prese in esame delle misure che contribuiscano a spegnere i contenziosi fra famigliari e medici e medici e pazienti, stimolare un dialogo aperto e una formazione ad hoc all'interno delle aziende sanitarie e diffondere anche nelle scuole la cultura del buon utilizzo del Ssn e del rispetto dei professionisti che vi operano. Bene l'iniziativa legislativa dei ministri della Salute, Orazio Schillaci, e della Giustizia, Carlo Nordio, che per i medici meneghini deve essere affiancata dall'attività di controllo sui territori. Il questore, si legge nella nota, "ha rassicurato l'Ordine nel senso che la strada intrapresa in accordo con la Prefettura già da diverso tempo a Milano verrà ulteriormente rafforzata".
"Altre misure possono essere indicate - continua Rossi - come lo studio di modalità di approccio di de-escalation ai pazienti (e ai loro parenti) particolarmente aggressivi, utili a raffreddare i contenziosi, di cui devono essere resi partecipi tutti i sanitari che si occupano della gestione dei pazienti, o forme di dialogo, da estendere a tutti i livelli e a tutte le aziende sanitarie, che tengano costantemente informati i famigliari sulle condizioni del proprio caro senza lasciarli ore ed ore in sala d'aspetto in attesa di notizie, aumentando ulteriormente ansia e aggressività".