Richiesta di sospensione per tre anni del Dl Concorrenza, rispetto della legalità e dei diritti dei cittadini a servizi adeguati, chiarezza sulle norme e adeguamento dei nomenclatori tariffari e livelli essenziali di assistenza (Lea). Sono queste le richieste che la sanità privata ha rivolto a politica e istituzioni in occasione della manifestazione "Per una Sanità efficiente e sicura al servizio del cittadino" organizzata da Uap (Unione ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata), che riunisce quasi tutte le sigle della sanità privata italiana in rappresentanza di oltre 27mila realtà sanitarie sul territorio, svoltasi questa mattina al teatro Brancaccio di Roma. "A sei mesi dall'ultima manifestazione, non è cambiato nulla. Incontri, chiacchiere, numeri, nulla è stato portato a conclusione", afferma Valter Rufini, presidente FederAnisap, la Federazione delle strutture ambulatoriali accreditate e non al Ssn.
"Diciamo basta al grande bluff del Ssn riferito a imprenditori e aziende imbrigliati, fermati e disprezzati perché non raggiungono le 200mila prestazioni. Basta agli incontri sul Tariffario/Nomenclatore di cui si parla da mesi ma che non hanno prodotto nessun documento concreto. Basta alla riduzione dei budget. I soldi ci sono, ma non ci dicono a chi sono stati dati. Basta alla pressione informatica, tecnica e legislativa. Auspichiamo che questo sia preso dalla parte politica come un segnale. Chiedo ai politici presenti di spingere il governo per un tavolo fermo, unico, comune, in cui si possa scalettare ciò che serve", sostiene Rufini. "Si tratta di una manifestazione importante. Io ero venuto la prima volta lo scorso anno, quando si erano riuniti sul tema del tariffario. Oggi, da un lato, sono aumentate le preoccupazioni per altri motivi che stiamo affrontando; dall'altro lato, invece, è importante essere vicini in quanto gli ambulatori e poliambulatori privati sono una parte essenziale dei servizi che noi offriamo alla nostra comunità”, ha ha detto all'Adnkronos Salute Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, prima di intervenire sul palco del Brancaccio. Sul palco anche Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, che ribadisce a gran voce: "Il farmacista non può sostituire il medico". "Fra le due categorie non deve esserci nessuna commistione, così impone il Regio decreto del 1934 - spiega all'Adnkronos Salute il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, presente alla protesta fortemente voluta da Mariastella Giorlandino, presidente di Uap - Questo non significa che io sia contrario alla possibilità di fare esami e analisi nelle farmacie, purché abbiano tutte le autorizzazioni e rispettino le norme vigenti". Le croci verdi "sono state fondamentali per il Servizio sanitario nazionale durante la pandemia, ma per esami e prestazioni occorre vigilare", avverte Magi. Il "farmacista fa il farmacista, il medico fa il medico - ribadisce il presidente dell'Onmceo capitolino - Insieme possono collaborare, ma quando si parla di dare alle farmacie la possibilità di erogare prestazioni professionali mediche specialistiche, dobbiamo essere molto attenti. L'obiettivo principale, come Ordine dei medici di Roma, è la tutela del cittadino. Il cittadino deve sapere che per le sue analisi sono stati utilizzati da professionisti strumenti in regola con le norme. Oltretutto, analisi ed esami devono essere controfirmati da chi poi li ha eseguiti, perché c'è un grosso problema di responsabilità professionale. E' infatti molto grave che si possano dare referti senza firma, e noi come Ordine dobbiamo vigilare a tutela dei cittadini", sostiene Magi.
Alla manifestazione anche Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), che ha dichiarato: "Questo Paese ha perso i suoi riferimenti etici. Non auspichiamo nessuna guerra tra professioni sanitarie, ma non vogliamo una sanità commerciale". "Oggi sono rappresentati quasi 470mila operatori che rappresentano una professione che garantisce i diritti costituzionali e la democrazia, eticamente impegnati a svolgerla condizionando il proprio operato al bene della persona", ha affermato Anelli, aggiungendo che "le procedure messe in atto per esami e prestazioni sono frutto di ricerche ed evidenze, che costituiscono la base della nostra professione, impossibile da svolgere senza riferimenti scientifici". "Non vogliamo una sanità commerciale. Un elettrocardiogramma si fa se ce n'è bisogno", ha continuato Anelli, rimarcando la differenza tra la professione medica e quella farmaceutica, e la necessità di separare i ruoli. "Ho ricordato al presidente del Piemonte che dare una prestazione gratuita senza ricetta medica e con il semplice passaggio in farmacia non è un bene per questo Paese". Il presidente Fnomceo ha ribadito però di non voler una guerra tra professioni: "Siamo convinti che il medico non possa più prescindere dagli altri professionisti. La scommessa del futuro è lavorare insieme: medici, specialisti, farmacisti, infermieri. La medicina dei servizi può essere un'opportunità". Assenti alla manifestazione il ministro della Salute Orazio Schillaci e il sottosegretario Gemmato, da cui tuttavia secondo Anelli vi è "una grande apertura sulla questione del nomenclatore tariffario e della medicina dei servizi". L'evento di oggi, ha concluso, "non è una protesta, ma la manifestazione di un disagio di una professione che chiede rispetto e dignità".