All’indomani dell’ennesimo caso di cronaca che ha riguardato medici e infermieri al Riuniti di Foggia una nota Fimmg parla di “ennesima violenza annunciata”. Le aggressioni contro i sanitari sono "un fenomeno dilagante che non risparmia più neanche la medicina generale", sottolinea la Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), dopo "un'aggressione brutale" segno di "un'escalation che pare inarrestabile. Possibile che sia realmente così, che non si possa intervenire in modo efficace?", chiede il sindacato in una nota.
Quella di Foggia è solo l’ultima delle aggressioni ai danni di un camice bianco, un tema sul quale la Fimmg si batte da anni per una soluzione efficace.
"La possibilità di avere una procedibilità d'ufficio è stato un passo importante, ma non basta", sostiene la Fimmg, evidenziando che "la situazione ormai non riguarda più solo i reparti d'emergenza, ma sempre più spesso intacca branche come la medicina di famiglia e la continuità assistenziale. Agli inizi di luglio - ricorda la sigla - la violenza di un paziente si era riversata su un medico di medicina generale colpito ripetutamente da un paziente all'interno del suo stesso ambulatorio a Massa Lubrense" nel Napoletano. E "prima ancora l'aggressione ad un medico della continuità assistenziale per la richiesta illegittima, da parte del paziente, di un certificato di malattia che giustificasse l'assenza dal lavoro".
"Spesso alla violenza fisica si aggiunge quella verbale - proseguono dalla Fimmg - Una condizione che è ormai insostenibile, che non può e non deve essere tollerata e che sta portando il Servizio sanitario nazionale a perdere i suoi migliori professionisti, ormai in fuga dalle branche a maggior rischio. Un tema, quello della violenza, che diventa ancor più grave in considerazione della femminilizzazione della professione. Se da un lato sono sempre più le donne che scelgono una carriera in medicina, dall'altro l'aggressività di una parte dell'utenza aumenta il pericolo di aggressioni ai loro danni, visto che le si percepisce come più vulnerabili". Per il sindacato dei medici di famiglia "è determinante una profonda riflessione sulle cause sociali e culturali che sottendono a questo fenomeno, perché non si può continuare a lavorare accettando come immodificabile questo stato di cose".
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up che in una nota sottolinea come non si fosse "mai registrata, negli ultimi 10 anni, una tale escalation di violenze, all'insegna di brutalità ed esasperazione. Nel mese di agosto, che ci siamo appena lasciati alle spalle, abbiamo calcolato ben 34 episodi di violenza, fisica e psicologica, su 31 giorni. Si rende indispensabile la riorganizzazione dei presidi fissi delle forze dell'ordine, da parte del Viminale, dal momento che, incredibile ma vero, ad oggi, in nessuna struttura sanitaria, sono presenti agenti di polizia negli orari notturni. In assenza di un numero adeguato di uomini delle forze dell'ordine, si rende indispensabile pensare ad una modalità 'ospedali sicuri', con la presenza del nostro Esercito nelle strutture sanitarie, partendo da quelle delle città capoluogo e in quelle con maggiore bacino di utenza. Non possiamo aspettare".
"Solo 24 ore fa, poi, abbiamo assistito ad una vera e propria spedizione punitiva, ad un incredibile raid di gruppo, a scene stile 'far west'. L'episodio del Policlinico Riuniti di Foggia ha toccato un nuovo record: ci ha lasciati sgomenti, e non era facile - ricorda De Palma - Non si erano mai viste 50 persone che aggrediscono tutte insieme medici e infermieri, costretti a barricarsi in una stanza di pochi metri quadrati, arrivando anche a ferire uno di essi con calci al volto, in preda, lasciatecelo dire, a veri e propri raptus di follia che hanno caratterizzato la maggior parte di questi fatti di cronaca. È notizia recentissima, poi, che uno professionisti aggrediti, avrebbe intenzione di rassegnare le dimissioni".
"Di fronte ad un pericoloso scenario di mala cultura così evidente, di fronte a immagini a cui non vorremmo più assistere, davanti ad una drammatica e crescente brutalità e ad una pericolosa esasperazione dei cittadini, che sembra non volersi affatto placare, e in un clima sempre più avvelenato, occorre, secondo noi, una immediata convocazione del Comitato Nazionale dell'Ordine per la Sicurezza Pubblica che fa capo al Viminale, al fine di comprendere il modus operandi da mettere in atto".