Un recente studio pubblicato su JAMA mostra che la vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) riduce significativamente il rischio di ricovero in ospedale per infezioni da RSV tra gli ultrasessantenni. Questa ricerca rappresenta un passo avanti perché fino a poco tempo fa mancavano dati concreti sull'efficacia del vaccino nel prevenire le forme gravi di malattia da RSV in questa fascia di popolazione ad alto rischio.
Coordinato da Diya Surie dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ad Atlanta, Georgia, lo studio ha valutato l'efficacia del vaccino contro RSV nella prima stagione di utilizzo su larga scala, tra ottobre 2023 e marzo 2024. Fino ad ora, le prove sull'efficacia del vaccino si basavano principalmente su studi clinici pre-licenza, che non erano progettati per valutare l'efficacia del vaccino contro l'ospedalizzazione causata dal RSV.
L'indagine ha coinvolto 2.978 adulti di età pari o superiore a 60 anni, ricoverati per malattie respiratorie acute in 24 ospedali di 19 stati degli Stati Uniti. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: coloro che sono risultati positivi al RSV (367 casi) e coloro che sono risultati negativi al RSV, SARS-CoV-2 e influenza (2611 controlli). La vaccinazione è stata definita come la somministrazione del vaccino contro RSV almeno 14 giorni prima dell'inizio della malattia.
L'efficacia del vaccino contro l'ospedalizzazione da RSV è del 75%. È interessante notare che l'efficacia non varia significativamente tra i pazienti di età compresa tra 60 e 74 anni (75%) e quelli di età pari o superiore a 75 anni (76%).
Gli autori sottolineano che, sebbene lo studio presenti alcune limitazioni (come la bassa adesione alla vaccinazione nella prima stagione di utilizzo e la possibilità di confondimenti residui), i risultati rappresentano una solida evidenza dell'efficacia del vaccino nel prevenire l'ospedalizzazione da RSV.
JAMA 2024. Doi: 10.1001/jama.2024.15775
http://doi.org/10.1001/jama.2024.15775