Un decreto ora, e un disegno di legge per il dopo. Il governo dà seguito agli annunci di ieri e vara sette articoli per concretizzare la sua lotta alle attese per esami e visite specialistiche. Il testo del decreto (che comunque passerà in parlamento per la conversione in legge entro 2 mesi) contiene misure di prevenzione e repressione delle strozzature tra domanda e offerta, di governo della domanda ipoteticamente “a costo zero”, di incremento dell’offerta a costo da definire. Il disegno di legge da approvare con calma in parlamento raccoglie tutte le misure onerose.
Il decreto-legge - All’articolo 1 il DL dota Agenas di una Piattaforma nazionale per monitorare se le prestazioni sanitarie che dialogherà con le piattaforme regionali a loro volta connesse alle agende degli erogatori e in grado di conoscere tempi d’erogazione e tassi di saturazione di ospedali pubblici, privati accreditati, laboratori, ambulatori, suddivisi per classi di priorità. Un successivo decreto del Ministro della Salute detterà le linee guida perché le piattaforme degli ospedali, regionali e nazionale siano leggibili e i dati trasmissibili tra loro. Se Agenas riscontra inefficienze o anomalie nel controllo delle agende di prenotazione, può procedere con audit verso le aziende sanitarie per superare insieme eventuali difficoltà. Ma c’è anche la “repressione” di abusi. Nasce al Ministero della Salute un Ispettorato generale volto a rafforzare le attività di monitoraggio del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (SIVeAS) istituito 19 anni fa. Il personale dell’Ispettorato avrà funzioni di polizia amministrativa e di polizia giudiziaria, la qualifica di agente di pubblica sicurezza e l’organo potrà avvalersi di Guardia di Finanza e Nas. Per verificare il corretto funzionamento del sistema di gestione delle attese e di recupero delle liste, sulla base di segnalazioni dei cittadini, comuni, associazioni di utenti, nonché d’ufficio o di propria iniziativa, potrà accedere in Asl e ospedali pubblici e privati convenzionati per verificare i problemi, acquisire documenti e chiedere chiarimenti a cui le Regioni dovranno rispondere entro 15 giorni. A conclusione degli accertamenti, il Ministero della salute potrà irrogare sanzioni.
Misure non onerose - In ogni regione, l’articolo 3 impone un Centro Unico di prenotazione collegato con le agende di tutte le strutture pubbliche e convenzionate per conoscere le prestazioni disponibili a carico SSN. Il privato, anche accreditato, oggi spesso non è collegato, ma – entrato in vigore il decreto – se non inserirà le agende nei Cup regionali e non renderà prenotabili gli spazi rimasti perderà l’accreditamento (contratto nullo). Se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle classi di priorità A-B-D-P, Asl ed ospedali devono inoltre garantire al cittadino la prestazione in intramoenia o nel privato accreditato con modalità definite dal ministro delle Salute entro 2 mesi dalla conversione del decreto in legge. Asl ed ospedali non potranno più sospendere o chiudere le attività di prenotazione. I Cup devono rendere disponibili al Sistema Tessera Sanitaria i dati relativi alle prenotazioni, incluse le cancellazioni che otterranno richiamando il cittadino per chiedergli se rispetterà l’appuntamento. Chi diserta la visita o l’esame prenotato senza preavviso (avviene in 20 casi su 100!), dovrà pagare il ticket in quanto impedisce ad altri di fruire della prestazione.
Misure onerose - Le strutture dovranno però allargare le agende offrendo visite ed esami anche sabato e domenica, e prolungare le fasce orarie. Per evitare abusi dell’attività intramoenia, a scapito di quella istituzionale volta a ridurre le attese, in ogni ospedale le ore di attività libero professionale non dovranno superare quelle di orario ordinario pena la sospensione dell’intramoenia. Su due misure il Ministero dell’Economia si prefigge una verifica. All’articolo 5 il governo chiede di aumentare il tetto di spesa per il personale SSN del 15% dell’incremento del Fondo sanitario rispetto al 2023. All’articolo 6 si aumenta per gli anni 2025 e 2026 al 4% la quota del fondo sanitario nazionale che le Regioni possono usare per l’acquisto di prestazioni da privato convenzionato rispetto al livello 2024 (già aumentato del 2% sul 2023). Le risorse 2024 sono in primis destinate a strutture private con pronto soccorso inserite nelle reti delle emergenze.
Intelligenza artificiale – L’articolo 7 chiede ad Agenas di realizzare una infrastruttura nazionale di intelligenza artificiale per erogare servizi di supporto ai cittadini per l’accesso ai servizi sanitari, a medici ed infermieri per la presa in carico della popolazione assistita e con suggerimenti non vincolanti; alle strutture sanitarie per gestire al meglio prenotazioni e agende in relazione ai fabbisogni. Grazie alla piattaforma si conoscerà l’entità delle prestazioni di telemedicina, medicina di famiglia, delle interazioni tra ricette territoriali e prestazioni specialistiche.
La norma “in bilico” - Si ventila di inserire in un successivo decreto norme sull’appropriatezza prescrittiva per i medici specialisti. In caso di prima visita o esame diagnostico, il medico sulla base di un decreto ministeriale concordato con regioni e sindacati medici, attribuiranno codice ICD9 e classe di priorità indicando automaticamente il tempo entro cui la prestazione va garantita. Ove ritenesse necessari ulteriori esami, sulla base di percorsi indicati in ciascuna regione, il medico potrà poi prendere in carico il paziente fino al termine del percorso diagnostico.
Il disegno di legge – Per le misure sicuramente onerose, a latere di quelle descritte, c’è il disegno di legge: 14 articoli. Tra gli incentivi per il personale, si prevede un aumento ulteriore del 20% della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive (che oggi possono arrivare a 100 euro/ora per i medici) nonché la tassazione separata dei proventi da straordinari con una aliquota fissa del 15%. Si parla anche di un'indennità di disagio, che le Regioni potrebbero destinare agli accordi integrativi attingendo a proprie risorse per privilegiare le specialità mediche più carenti o con condizioni di lavoro più disagiate. Si prevede poi di ricorrere agli specialisti Asl, aumentando fino a 100 euro la tariffa oraria grazie ad uno stanziamento di 100 milioni. Le aziende ospedaliere potrebbero assumere personale anche con contratti di lavoro autonomo. Il ddl dovrebbe poi introdurre esami di primo livello (ecografie, ecg) negli studi dei medici di famiglia, esami nelle farmacie territoriali ed un registro nazionale per le segnalazioni dei cittadini attivo sul portale del ministero della Salute dove segnalare disservizi nell’erogazione delle prestazioni.