Aumentano i casi di morbillo e pertosse in Europa, come ha segnalato l'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, in Italia “non c'è attualmente un concreto rischio di epidemia, ma questo aumento di casi non è da sottovalutare”. È quanto spiegano i medici di 'Dottore, ma è vero che...?', portale anti-fake news della Fnomceo, la Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri. "Stanno infatti calando - avvertono - i tassi di vaccinazione che, da decenni, forniscono l'unica e più efficace soluzione per evitare gravi complicanze ed epidemie per entrambe le malattie. Nonostante i vaccini siano obbligatori, esistono ampie fasce di popolazione non immunizzate". In Italia, in particolare, "tra il primo gennaio e il 31 marzo 2024 sono stati segnalati oltre 200 casi di morbillo: l'88% dei soggetti contagiati non era vaccinato", ricordano gli esperti. Perché "il vaccino - precisano - è l'unico mezzo per prevenire entrambe le infezioni e per mantenere la preziosa immunità di gruppo". Ma partiamo dall'identikit di morbillo e pertosse. Il morbillo è causato da "un virus estremamente contagioso - descrivono i medici - che si diffonde con secrezioni da naso e bocca. Si sa che il 90% delle persone esposte all'infezione contrae la malattia. L'incubazione è abbastanza lunga (può arrivare a 18 giorni) e nel frattempo il rischio di contagio è molto, molto alto.
I sintomi del morbillo sono quelli di un forte raffreddore, con febbre alta, nei primi giorni; in seguito, compare la caratteristica eruzione cutanea su tutto il corpo. I tempi di guarigione sono compresi fra 2 e 3 settimane. Non avendo a disposizione un farmaco specifico, si fa ricorso ad antivirali e antinfiammatori e, se necessario, antibiotici. E' una malattia impegnativa, soprattutto per gli adulti, e occorre curarsi con attenzione per evitare complicanze che, in rari casi, possono portare alla morte: prima dell'introduzione del vaccino, nel 1963, si verificavano epidemie di morbillo ogni 2-3 anni, causando oltre 2 milioni e mezzo di morti ogni anno". La pertosse "è altrettanto contagiosa. A differenza del morbillo - illustrano i dottori antibufale - è causata da un batterio. Si manifesta in una modalità diversa, con attacchi di tosse violenti, simili a convulsioni, difficili da sedare e che possono durare fino a 6 settimane, con picchi anche di 10 settimane. Ammalarsi da grandi non presenta rischi gravi", mentre "quando sono i più piccoli a essere contagiati non si deve trascurare il rischio di sovrainfezioni, come polmoniti o bronchiti e, raramente, encefaliti". Le categorie più a rischio di contagio sono "tutti coloro che non sono vaccinati", rispondono i medici. "Sebbene siano note come malattie infantili - rimarcano - il morbillo e la pertosse possono colpire a ogni età. Entrambe le infezioni sono altamente contagiose e l'unico mezzo per non ammalarsi è immunizzarsi con il vaccino. Per quanto riguarda il morbillo - puntualizzano gli esperti di 'Dottore, ma è vero che...?' - anche aver avuto la malattia rende immuni per tutta la vita: impossibile, cioè, essere contagiati una seconda volta. La pertosse, invece, si può ripresentare perché gli anticorpi che si sviluppano dopo l'infezione o dopo la vaccinazione non durano nel tempo". Ecco perché "occorrono più dosi di vaccino (i richiami)". E "attualmente la popolazione italiana ha in parte perso l'immunizzazione perché, all'epoca dell'introduzione del vaccino, circa 30 anni fa, non erano previste le dosi successive".
"Dunque - riassumono i camici bianchi - fra le categorie più a rischio ci sono i bambini più piccoli che non hanno ancora ricevuto il vaccino. A loro si aggiunge una importante quota di adulti con oltre 40 anni di età; fra questi sono compresi soprattutto coloro che non sono stati vaccinati - all'epoca in cui questo dispositivo non era ancora obbligatorio - e, in misura minore, coloro che non sono mai stati contagiati da bambini. Il morbillo è pericoloso anche per le donne durante la gravidanza: può causare parti prematuri e basso peso per il nascituro". "Finché la maggior parte della popolazione ha seguito le raccomandazioni o gli obblighi sulle vaccinazioni - osservano i medici - anche i non vaccinati sono stati protetti dal contagio, grazie all'immunità di comunità (nota anche come immunità di gregge o di gruppo)". Ma "adesso questa protezione sta diminuendo", ripetono gli esperti che chiariscono il concetto di immunità di gregge: "Quando la percentuale di persone vaccinate per una specifica malattia è sufficientemente alta, i virus o i batteri si diffondono con più difficoltà. Risultano così meno esposte, indirettamente, anche le persone prive di vaccino. In pratica, anche chi non può vaccinarsi per motivi di salute o chi si rifiuta di farlo ha meno probabilità di entrare in contatto con l'agente infettivo. Nel caso del morbillo e della pertosse, l'immunità di gregge (che si è raggiunta con il 95% di copertura vaccinale) ha", anzi aveva, "interrotto i contagi, funzionando in modo eccellente". "La sicurezza di entrambi i vaccini è elevata, quindi niente paura: le reazioni avverse sono rarissime e con effetti trascurabili", tranquillizzano gli esperti. "In Italia - rammentano - il Piano nazionale prevenzione vaccinale prevede dosi periodiche obbligatorie (e gratuite) per entrambe le infezioni, secondo un preciso calendario. Ai bambini va somministrato il vaccino esavalente, che protegge anche dalla pertosse: sono previste 3 dosi entro il primo anno di vita, alle quali si aggiungono i richiami a 5-6 anni di età, a 12 anni di età e successivamente ogni 10 anni".