Le malattie cardiovascolari aterosclerotiche (ASCVD) costituiscono ancora una delle principali cause di morte e morbilità in molte parti del mondo. L'ipercolesterolemia e gli stili di vita poco salutari sono tra i principali fattori di rischio per tali patologie.
Migliorare le abitudini alimentari e ottimizzare i livelli di colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C) sembrano essere strumenti efficaci per ridurre il rischio di ASCVD nella popolazione generale. È stato costantemente dimostrato in metanalisi, studi di coorte e studi clinici randomizzati, che la dieta mediterranea è associata a una ridotta morbilità e mortalità cardiovascolare. Uno stile di vita sano potrebbe poi essere supportato dall'integrazione con alcuni composti bioattivi alimentari di comprovata efficacia nei pazienti lievemente ipercolesterolemici, che non necessitano di trattamento con statine. A questo proposito, una recente metanalisi di 13 studi clinici randomizzati, rilanciata da Farmacista33, ha concluso che l’integrazione di steroli vegetali è sicura e può ridurre il colesterolo LDL in media di 12,14 mg/dL, con miglioramenti maggiori per dosi di 2 gr/giorno e in soggetti con livelli plasmatici di LDL-C >140 mg/dL al basale.
L’effetto aggiuntivo dell’integrazione alimentare con fitosteroli in individui che già seguono la dieta mediterranea non è stato ancora completamente studiato, anche se questo è il modello dietetico più suggerito per ridurre il rischio cardiovascolare. Da qui nasce lo studio DESCO, condotto dall’Università di Bologna e dai massimi esperti italiani di nutraceutica.
Lo studio ha coinvolto 55 partecipanti con un'età compresa tra 20 e 65 anni, con livelli moderatamente elevati di colesterolo plasmatico e un rischio cardiovascolare stimato a 10 anni <5% secondo le tabelle di rischio SCORE (Systematic Coronary Risk Evaluation), che non richiedono trattamenti ipolipemizzanti. Ai soggetti arruolati è stato chiesto di seguire la loro dieta abituale per 2 settimane prima della randomizzazione e durante lo studio, e di evitare il consumo di altri integratori o alimenti funzionali contenenti sostanze con effetti sul colesterolo. Al basale e il giorno del crossover, i partecipanti hanno ricevuto dosi adeguate di fitosteroli o placebo per completare una delle due sequenze di trattamento di 3 settimane. Prima e dopo ogni sequenza, i partecipanti sono stati valutati tramite l'esecuzione di un esame fisico e analisi di laboratorio ed emodinamiche.
I risultati mostrano che l’integrazione con fitosteroli ha portato a una significativa riduzione del colesterolo totale e del colesterolo LDL rispetto al gruppo placebo e che tale riduzione era più marcata nei soggetti che seguivano fedelmente la dieta mediterranea rispetto agli altri partecipanti. Una possibile spiegazione di questa osservazione potrebbe essere legata alla maggiore quantità di polifenoli normalmente presenti nella dieta mediterranea. Tali composti esercitano una leggera inibizione della sintesi del colesterolo dovuta all’inibizione della HMGCoA reduttasi, il loro effetto potrebbe così teoricamente potenziare gli effetti ipocolesterolemici dei fitosteroli che agiscono sull’assorbimento del colesterolo da parte dell’intestino.
Naturalmente, è di fondamentale importanza che ulteriori studi clinici a lungo termine esaminino anche i biomarcatori per l’assorbimento intestinale del colesterolo per garantire un’interpretazione più precisa dei risultati. “Nel complesso, una volta che i nostri dati saranno confermati in studi più ampi, il prodotto testato potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica efficace e sicura per migliorare la colesterolemia nella popolazione” concludono gli autori.
A cura del Dott. Paolo Levantino
Fonte: https://www.mdpi.com/2072-6643/15/21/4555