Nei pazienti con obesità o sovrappeso trattati con tirzepatide, la sospensione del farmaco ha portato a un sostanziale recupero del peso perso, mentre la prosecuzione del trattamento ha mantenuto e aumentato la riduzione di peso iniziale, secondo uno studio pubblicato su JAMA.
«L’effetto del trattamento continuato con tirzepatide sul mantenimento della riduzione ponderale iniziale non è noto. Per questo abbiamo cercato di valutare l'effetto del farmaco, insieme alla dieta e all'attività fisica, sul mantenimento della riduzione del peso» afferma Louis Aronne, della Weill Cornell Medicine di New York, autore principale dello studio. I ricercatori hanno portato avanti uno studio in 70 centri in quattro paesi includendo adulti con un indice di massa corporea maggiore o uguale a 30 o maggiore o uguale a 27 e una complicanza correlata al peso, escluso il diabete. I partecipanti (n=783) hanno ricevuto la dose massima di tirzepatide tollerata per via sottocutanea una volta alla settimana (10 o 15 mg) per 36 settimane. Alla settimana 36, 670 partecipanti sono stati randomizzati a continuare a ricevere tirzepatide (n=335) o passare al placebo (n=335) per 52 settimane. L'endpoint primario era la variazione percentuale media di peso dalla settimana 36 alla settimana 88. Gli endpoint secondari chiave includevano la percentuale di partecipanti alla settimana 88 che mantenevano almeno l'80% della perdita di peso ottenuta. I partecipanti che hanno completato il periodo iniziale di 36 settimane hanno sperimentato una riduzione media del peso del 20,9%. La variazione percentuale media del peso dalla settimana 36 alla settimana 88 è stata di -5,5% con tirzepatide rispetto a +14,0% con placebo. Complessivamente, 300 partecipanti (89,5%) che hanno ricevuto tirzepatide a 88 settimane hanno mantenuto almeno l'80% della perdita di peso durante il periodo di induzione rispetto al 16,6% di coloro che hanno ricevuto il placebo. La riduzione media complessiva del peso dalla settimana 0 alla settimana 88 è stata del 25,3% per tirzepatide e del 9,9% per il placebo. Gli eventi avversi più comuni sono stati per lo più relativi all’apparato gastrointestinale e da lievi a moderati, e si sono verificati più comunemente con tirzepatide rispetto al placebo.
JAMA 2023. Doi: 10.1001/jama.2023.24945
http://doi.org/10.1001/jama.2023.24945