
Gestione complessiva delle medicine di gruppo, presa in carico cronicità, assistenza domiciliare e diagnostica nello studio medico: sono i quattro pilastri essenziali per il futuro della medicina di famiglia e della sanità territoriale tutta. Il finanziamento, rispettivamente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dai 235 milioni della Finanziaria 2019, non ha ancora prodotto gli esiti particolari sperati. Ma in Lombardia si procede, anche grazie all'impegno delle cooperative dei medici di famiglia. Nate come "caso particolare" del fenomeno coop, per fornire fattori produttivi al medico (gestione del personale, dei locali, degli strumenti informatici etc), queste entità stanno crescendo di numero in parallelo con l'attuazione del piano di presa in carico delle cronicità e dei programmi di assistenza domiciliare.Il 27 settembre la cooperativa di servizi "Iniziativa Medica Lombarda" - 780 soci sparsi tra Milano, Brescia, Bergamo, Mantova, Como, Monza e Sondrio - presenterà a Milano con la società Da Vinci Salute un pacchetto di soluzioni per migliorare la gestione degli studi ed in particolare una soluzione che identifica un'unica piattaforma per la gestione dei pazienti, per la presa in carico della cronicità, e per il tele-monitoraggio domiciliare.E' questo un capitolo del progetto di sviluppo delle cure primarie su cui la Regione potrebbe puntare per modificare i modelli di lavoro dei mmg in stretta connessione con case ed ospedali di comunità, ma senza dover trasferire fisicamentei professionisti in queste strutture. «Da Vinci è una start up con la quale da cinque anni IML, la più ampia cooperativa della Lombardia ma non l'unica, collaboraper mettere i soci in grado di svolgere al meglio i compiti richiesti dagli accordi nazionali e regionali. Durante il Covid-19 come medici di famiglia, grazie alla sinergia con Da Vinci, IML ha messoa disposizione di tutti i cittadiniuna piattaforma di tele-monitoraggio domiciliare H12, sette giorni su sette, di monitoraggio dei parametri cardio-pneumologici», spiega Fiorenzo Corti, vice segretario Fimmg. «In tutta la regione, nei picchi di pandemia, l'uso della piattaforma ha consentito a quasi 6 mila pazienti- di medici non solo soci IML -di conoscere in tempo reale eventuali problemi di saturazione e febbre, di contattare il curante, che avrebbe deciso il percorso di cura migliore per il suo paziente. La piattaforma è ancora operativa ed è rivolta soprattutto a pazienti anziani e fragili in assistenza domiciliare. Siamo in attesa di un cenno da parte delle Autorità regionali che la consideri utile per la gestione dei pazienti curati "a casa" come previsto dalla missione 6 del PNRR».Tra le altre cose, ne periodo pandemico, IML ha realizzato diversi hub vaccinali tra Milano Monza Mantova Lodi e Bergamo, che hanno consentito ai medici di famiglial'effettuazione di un milione di dosi di vaccino anti-Covid 19.
All'incontro del 27, pubblico, per la Regione interverranno il governatore Attilio Fontana oltre al Direttore Generale dell'Assessorato Salute Giovanni Pavesi ed a Valter Valsecchi, per anni responsabile del Dipartimento di cure primarie dell'Asl Monza Brianza e grande conoscitore della sanità territoriale lombarda; la medicina generale sarà rappresentata dalla Fimmg ed in particolare dalla Segretaria regionalePaola Pedrini. «IML non si limita ad offrire strumenti informatici ai soci ma gestisce 36 studi di medicina generale fornendo un servizio completo con localie personale, strumenti e utenze. Ha 60 dipendenti e 40 infermieri che operano presso gli studi di medicina di gruppo di 120 mmg. All'incontro milanese -spiega Corti -il presidente IML Mario Sorlini darà i numeri aggiornati sulle attività della cooperativa. In merito al Piano Cronicità siamo invece in attesa di una proposta dalla Regione per il 2024. In questi giorni, intanto, IML sta avviando una sperimentazione di telemedicina (ecg, holter pressorio, holter cardiologico) in 10 medicine di gruppo - 4 a Milano, 3 a Bergamo, una a Brescia, Monza e Lodi -per un totale di 50 mmg, retribuiti per ora in libera professione. Nei nostri studi cresce il lavoro di équipe, fermo restando che la titolarità del rapporto fiduciario resta in carico al medico scelto dall'assistito. Se Regione Lombardia è interessata, come lo è stata in questi mesi a investire sulle farmacie come presìdi di offerta del servizio sanitario, siamo pronti, anche come medici di famiglia,ad aprire un confronto per migliorare l'efficacia dell'assistenza offerta sul nostro territorio».