Primo caso di West-Nile virus in Italia, tratta di un donatore di sangue nella Provincia di Parma (provincia già colpita dalla circolazione del virus negli animali vettori). E salgono a 14 le Province con dimostrata circolazione di WNV in vettori e animali, appartenenti a cinque Regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Sicilia e Sardegna. Lo segnala l'Istituto Superiore di Sanità in un report pubblicato sul suo sito.
La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). I serbatoi del virus, informa l'Iss, sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nelle persone con deficit del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infettate non mostra alcun sintomo; fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e manifestazioni cutanee. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell'età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, mentre nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari.
I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette (1 persona su 150, principalmente anziani) e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti.
Nei casi più critici (circa 1 su mille) il virus può causare un'encefalite letale.
La febbre da West Nile, in ogni caso, non si trasmette da persona a persona. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. Per il momento non esiste un vaccino contro questa malattia, anche se ce ne sono alcuni in studio.
L'unico strumento di prevenzione contro la diffusione dell'infezione è soprattutto la riduzione dell'esposizione a punture di zanzare: usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all'aperto, soprattutto all'alba e al tramonto; usando delle zanzariere alle finestre e soggiornando in ambienti climatizzati; svuotando di frequente i contenitori con acqua stagnante (per esempio, secchi, vasi per fiori e sottovasi, catini, bidoni, ecc.) e coprendo quelli inamovibili; cambiando spesso l'acqua nelle ciotole per gli animali; svuotando le piscinette per i bambini quando non sono usate.
Quest'anno "la stagione di trasmissione di malattie trasmesse da insetti ha avuto un inizio precoce in Italia. La circolazione del virus West Nile, infatti, è stata confermata dalla presenza del virus in pool di zanzare e in avifauna nel paese già nel mese di maggio 2023 - afferma l'Iss -. Sono state di conseguenza attivate precocemente le misure di prevenzione su trasfusioni e trapianti nelle aree interessate. Recentemente anche l'Ecdc ha lanciato un alert sulle zanzare invasive e i conseguenti rischi per la salute".
"Si sono inoltre verificate emergenze idro-geologiche per eventi climatici estremi in diverse Regioni Italiane. Dal 15 maggio 2023 una forte ondata di maltempo sta interessando in particolare numerose province della Regione Emilia-Romagna dove si sono registrate esondazioni e frane (dati dipartimento della Protezione Civile). Inondazioni, esondazioni ed alluvioni sono associate all'aumento del rischio di alcune malattie infettive, incluse le arbovirosi trasmesse da zanzare, come il virus West Nile, endemico in Italia, e i virus dengue e chikungunya, che hanno dato luogo a focolai sporadici nel nostro paese", conclude l'Iss.