"Uno studio finanziato dall'Ema", l'Agenzia europea del farmaco, "ha dimostrato che, sebbene l'uso di antibiotici fluorochinolonici sia diminuito, questi medicinali sono ancora prescritti al di fuori degli usi raccomandati". È per questo che il Comitato di farmacovigilanza Prac dell'Ema, riunitosi dal 10 al 12 maggio, ha lanciato un richiamo agli operatori sanitari, ribadendo che "l'uso di antibiotici di antibiotici fluorochinolonici somministrati per via orale, iniezione o inalazione deve essere limitato a causa del rischio di effetti collaterali invalidanti, di lunga durata e potenzialmente irreversibili". Un alert ripreso e diffuso online dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa. Una Nota informativa importante (Nii) verrà inviata ai professionisti della salute per invitarli a un impiego corretto.
Le restrizioni su questa classe di antibiotici sono state introdotte nel 2019 - si ricorda - a seguito di una revisione a livello Ue su una serie di effetti collaterali "molto rari, ma gravi". I paletti all'impiego di fluorochinolonici indicano che questi "questi medicinali non devono essere usati: per trattare infezioni che possono risolversi senza trattamento o che non sono gravi (come le infezioni alla gola); per il trattamento di infezioni non batteriche, ad esempio prostatite non batterica (cronica); per prevenire la diarrea del viaggiatore o le infezioni ricorrenti del tratto urinario inferiore (infezioni urinarie che non si estendono oltre la vescica); per il trattamento di infezioni batteriche lievi o moderate, a meno che gli altri medicinali antibatterici comunemente raccomandati per queste infezioni non possano essere utilizzati".
Ancora, i fluorochinoloni "devono essere evitati nei pazienti che hanno avuto in precedenza gravi effetti collaterali con un antibiotico fluorochinolonico o chinolonico. Devono essere usati con particolare cautela negli anziani, nei pazienti con malattie renali e in coloro che hanno subito un trapianto di organi perché questi pazienti sono a maggior rischio di danni ai tendini. Poiché anche l'uso di un corticosteroide con un fluorochinolone aumenta questo rischio, l'uso combinato di questi medicinali deve essere evitato".
Nonostante le restrizioni fissate, uno studio che ha valutato i dati delle cure primarie in 6 Paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito) tra il 2016 e il 2021 rileva che "le misure adottate a seguito della revisione a livello di Ue per limitare l'uso di questi medicinali hanno avuto un impatto modesto". Pertanto "una Nota informativa importante sarà ora inviata agli operatori sanitari nell'Ue - ha annunciato l'Ema - per sottolineare la necessità di limitare l'uso di questi medicinali a un trattamento di ultima linea nei pazienti che non hanno opzioni terapeutiche alternative dopo un'attenta valutazione dei benefici e rischi per i singoli pazienti".