Il professor
Giuseppe Argenziano è il nuovo presidente di Sidemast, Società italiana di dermatologia e delle malattie sessualmente trasmesse. L'elezione è avvenuta nel corso del consiglio direttivo tenutosi il 4 maggio a seguito delle dimissioni del professor
Giuseppe Monfrecola.
''Ho in mente tanti progetti - afferma Argenziano - ma uno su tutti è quello che mi preme di più: trovare il modo di riunificare le varie anime associative della dermatologia italiana sotto un'unica casa comune che possa, quindi, farsi rappresentanza, voce e azione per tutti i dermatologi italiani''.
Napoletano, professore ordinario e direttore della Clinica dermatologica dell'Università della Campania ''Luigi Vanvitelli'', Argenziano è tra i massimi esperti nel campo della dermatologia oncologica, in particolare nella diagnosi precoce del melanoma mediante i più innovativi sistemi di diagnostica non invasiva. La sua attività di ricerca - riporta una nota - inizia nel 1997 e in circa 25 anni pubblica più di 800 articoli scientifici in riviste recensite da Pubmed, guadagnando il primo posto fra gli autori di pubblicazioni scientifiche indicizzate nel campo della dermoscopia (Scopus, 2023). Figura, inoltre, nella top 50 degli autori più produttivi in ambito dermatologico (Scopus 2010-2014). Nel 2015 riprende servizio nella Uoc di Clinica dermatologica della Seconda Università di Napoli nel ruolo di professore associato e nel 2016 è chiamato al ruolo di professore ordinario e responsabile della stessa struttura. Sotto la sua guida, il gruppo multidisciplinare per la gestione dei pazienti con tumori cutanei arriva a gestire nel 2019 più di 600 nuovi pazienti con melanoma, diventando il centro di riferimento leader per la regione Campania.
La dermatologia è una ''branca medico-chirurgica in grande espansione per vari motivi - sottolinea Argenziano - Il primo è rappresentato dal fatto che oggi solo i giovani medici più brillanti e motivati riescono ad accedere alle nostre scuole di specializzazione. Questo significa che avremo generazioni future di dermatologi di grandi capacità, che avranno quindi il potenziale di migliorare sempre più, non solo la qualità dell'assistenza offerta ai pazienti, ma anche quella della ricerca in campo dermatologico. Il secondo motivo è rappresentato dallo sviluppo sempre crescente di tutta una nuova generazione di farmaci biotecnologici, terapie target ed immunoterapie che, di fatto, ha cambiato il volto della terapia di tante malattie della cute, infiammatorie e neoplastiche''. La dermatologia italiana ''è quindi chiamata a raccogliere queste sfide, e l'unico modo per affrontarle è quello di essere uniti anche nella rappresentanza dei nostri organi associativi", conclude.