
I medici di famiglia accusati da un soccorritore di essere dei "posapiano" e mandati a quel paese perché suggeriscono ai pazienti di recarsi al pronto soccorso: questo per dirla educatamente il filmato, in realtà infarcito di parolacce, che miete visualizzazioni su TikTok. Fimmg Roma ha chiesto al suo ufficio legale di procedere contro il protagonista e contro la piattaforma cinese e ha segnalato il caso alla Fnomceo. «E' un video violento, dove chi parla invece di mettersi nei panni di professionisti a fianco dei quali in ultima analisi lavora, lancia epiteti incauti alla categoria dei medici di famiglia e genera violenza che vediamo ogni giorno nei nostri studi; avete visto cos'è successo alla collega psichiatra
Barbara Capovani a Pisa. Noi non vogliamo che si aizzi la gente», dice il segretario Fimmg Roma
Pierluigi Bartoletti. «Tra l'altro imputando a noi il caos nei Ps, oltre ad essere offensivo, questo signore afferma il falso, perché il problema dei pronti soccorso non è dovuto all'overcrowding, cioè al maggior afflusso dall'esterno dell'ospedale, ma al boarding, cioè allo stazionamento di pazienti in Ps dovuto al fatto che i reparti ospedalieri sono pieni e non si svuotano», dice Bartoletti.
Nella sua denuncia il soccorritore identifica nella mancanza di un filtro sul territorio la ragione del sovraffollamento. Lo osserviamo a Bartoletti, aggiungendo che la stessa Fimmg nazionale, dati dell'Annuario Statistico italiano alla mano, osserva come la categoria dal 2008 al 2022 abbia perso il 13% degli effettivi, scendendo da 48.478 a 40.250. Con 6228 mmg in meno è saltato il rapporto ottimale di un medico ogni mille abitanti, già non rispettato 14 anni fa (era 1 ogni 1098), oggi c'è un medico di medicina generale ogni 1295 italiani. Ma è "saltata" anche la continuità assistenziale: i medici convenzionati ad ore, dal 2008 - cioè da quando si parlava già di impiegarli di giorno in aiuto dei "pochi" mmg, e di farli entrare nelle aggregazioni di assistenza primaria -sono scesi da 17.350 a 10.344 unità: se 14 anni fa c'era un medico ogni 4 mila abitanti e rotti, e la proporzione aurea era 1 a 5 mila, ora ce n'è uno ogni poco meno di 6 mila abitanti. E' dunque verosimile che il medico del territorio in alcune zone d'Italia non faccia filtro. «Anche questa è un'affermazione decontestualizzata: il filtro lo facciamo!», dice Bartoletti. E specifica: «Nel Lazio in forza di accordi con la Regione lavoriamo sabato e domenica in situazioni post-Covid dove la gente si rivolge a noi molto più che in passato ed entrano in studio 150 pazienti al giorno; certo, è diventato difficilissimo reclutare nuovi colleghi volontari. Qui entra in gioco la cattiva programmazione che ci ha portato al crollo parallelo in tre lustri di medici di famiglia e di continuità assistenziale: i colleghi impiegati in questo lavoro non sono sostituibili facilmente».
La situazione è cambiata rispetto ai tempi dell'emergenza Covid. «Allora i pazienti in Ps non ci volevano andare; oggi sono tornati in massa -dice Bartoletti -e però al problema non sono state più date le soluzioni che erano state ventilate nel 2020 e 2021. Non abbiamo la telemedicina, l'assistenza domiciliare, le strutture intermedie previste da Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e DM 77. Tuttavia la situazione regge grazie a chi di noi lavora nei festivi. Dunque è offensivo e fa male al circuito dell'assistenza accusare i medici di famiglia di generare sovraffollamento in Ps. Tra l'altro proprio in questa fase pazienti fratturati in astanterie di piccoli ospedali mi riferiscono di aspettare risposte da giorni per il trasferimento in strutture in grado di ricoverarli. E, a differenza che all'estero, non esistono protocolli che agevolino le dimissioni e le spalmino lungo tutte le ore della giornata per evitare intasamenti in ospedale. Sono solo due esempi ma eloquenti. Ci si pensi due volte prima di insultare senza motivo medici che tengono in piedi il servizio sanitario o prima di attribuire loro il sovraffollamento dei Ps quando oggi paradossalmente si adoperano sempre di più per evitare ai pronti soccorso altro superlavoro».