Professione medica
Scompare Gaia Panina, CSO Novartis. Una vita dedicata alla ricerca anche in tema di responsabilità sociale d'impresa
Una vita dedicata alla scienza ma anche alla riflessione sulla missione etica della grande impresa: così si può riassumere l'importantissimo contributo offerto nella sua carriera professionale da Gaia Panina Chief Scientific Officer di Novartis Pharmaceuticals in Italia, prematuramente scomparsa in questi giorni. Un contributo che viveva di progetti, di coraggio nell'affrontare le "sfide ai paradigmi" tipiche della scienza, i dubbi che fanno seguito ad ogni scoperta. Nata in una famiglia di scienziati, avvicinatasi ai temi scientifici fin da bambina, nella sua ultima intervista pubblicata nel narrative paper #ReimmaginareIlFuturo Panina parlava di come la scienza fosse sempre stata parte della sua vita. Un racconto che fa emergere in maniera chiara la curiosità, la dedizione, il forte interesse verso l'innovazione che l'hanno sempre contraddistinta. Ingredienti utili per diffondere quella che definiva "cultura della scienza". Nell'articolo aveva parlato dei progetti sociali e partecipativi portati avant con esponenti del mondo della salute e della scienza, a partire dal "Manifesto per la Salute del XXI Secolo" che, ancorato su sei "driver" (visione/sviluppo sostenibile, governance, competenza, intelligenza, umanità, relazione) prevede il coinvolgimento progressivo di esponenti delle Istituzioni per riflettere su proposte concrete di accesso alle cure, promozione degli stili di vita, investimenti "intelligenti" nella ricerca.
Così Panina spiegava la sua "vision" di Responsabilità Sociale come Direttore Scientifico di una grande azienda: «Credo che per fare bene il lavoro di scienziato, sia assolutamente necessario avere nel proprio DNA curiosità e desiderio di avanzare nell'ignoto oltre che tantissima dedizione. Questa pandemia ci ha avvicinato alla scienza e al suo metodo, ma c'eÌ ancora molta strada da fare per promuovere una cultura della scienza basata sulle competenze, ma allo stesso tempo diffusa e accessibile». La sua idea di scienza come dimensione "partecipativa", globale, per tutti, l'aveva portata ad essere uno dei riferimenti del sottogruppo del B20 -rete delle imprese dei Paesi del G20- dedicato a Health & Lifescience: «Noi in Novartis, ed insieme a noi i ricercatori di tutto il mondo, cerchiamo con il nostro impegno ogni giorno di portare più innovazione e più salute. Abbiamo bisogno di giovani che si avvicinino con entusiasmo alle facoltà scientifiche e si pongano domande ed obiettivi sempre più sfidanti per sostenere un mondo migliore». Nei lavori del T20, altro think tank del G20 con il compito di formulare proposte di "policy" a livello planetario, aveva proposto a settembre 2021 alla Presidenza Italiana il documento Culture and sciences for life: towards a global health literacy alliance for a sustainable future che prefigurava un'Alleanza globale per l'alfabetizzazione scientifica sotto il cappello ONU, per favorire l'accesso al sapere scientifico e combattere quell'"anti-scienza che mina la salute di comunità intere". Un'umanità, un carisma, un talento esemplari che, scrivono nel ricordo i colleghi, "mancheranno a tantissimi".
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