La Federazione CIMO-FESMED giudica “precari e temporanei” gli aumenti previsti dalla legge di Bilancio per i medici del Servizio sanitario nazionale. La bozza approvata dal Governo stabilisce per il 2026 un incremento dell’indennità di specificità medica di circa 230 euro lordi al mese, risorse però vincolate al rinnovo del CCNL 2025-2027 e non immediatamente erogabili. Nessuna misura, inoltre, riguarda l’indennità di esclusività o il periodo successivo al 2026.
“Gli aumenti previsti sono riferiti a un solo anno e potrebbero sparire nel 2027”, commenta Guido Quici, presidente di CIMO-FESMED. “Si ripete lo schema già visto con le prestazioni aggiuntive e le indennità temporanee: incrementi a tempo che non valorizzano in modo strutturale il lavoro dei medici. Finché ci sarà carenza di personale, queste risorse verranno confermate, ma una volta colmati i vuoti di organico, rischiano di scomparire lasciando contratti poveri e stipendi inferiori al tasso inflattivo”.
Per il sindacato, anche le mille nuove assunzioni autorizzate non sono sufficienti a colmare la carenza di personale né ad assorbire i 18mila specialisti formatisi tra 2024 e 2025. «Il sistema incentiva i pochi medici rimasti nel SSN a lavorare di più, ma senza prospettive di stabilità», aggiunge Quici.
CIMO-FESMED propone una riforma strutturale: «Per valorizzare davvero le caratteristiche peculiari e specifiche del personale sanitario – conclude Quici – occorre uscire dalla funzione pubblica e stipulare un contratto speciale tra Ministero della Salute e Regioni, svincolato dai limiti della Pubblica Amministrazione. Solo così gli aumenti potranno diventare stabili e realmente contrattuali».