Quasi 54mila aspiranti medici hanno preso posto oggi nei banchi del nuovo semestre aperto, il modello che segna l’avvio ufficiale dell’anno accademico di Medicina dopo l’addio al test d’ingresso. Alla Sapienza di Roma, il più grande ateneo d’Europa, gli iscritti sono 5.131: un flusso che, nonostante le preoccupazioni della vigilia, è stato assorbito senza intoppi grazie a 40 aule dedicate e a un’organizzazione capillare in poli didattici. I posti disponibili a livello nazionale quest’anno sono oltre 24mila, con un incremento del 14% rispetto al 2024. Numeri che confermano l’impegno del governo nel tentativo di allargare la platea di studenti e formare più professionisti sanitari, in un Paese che da anni sconta la carenza di camici bianchi.
“Non più un quiz che in poche ore decide il destino di migliaia di giovani, ma un percorso formativo che valorizza il merito dentro l’università”, ha scritto la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che rivendica il cambio di passo. Accanto alla riforma, il governo ha incrementato di 336 milioni il Fondo di finanziamento ordinario, portandolo a 9,4 miliardi: risorse che dovrebbero sostenere didattica, ricerca e capacità di accogliere un numero crescente di studenti.
Il percorso di selezione si articola in tre fasi: lezioni frontali e streaming nel mese di settembre, frequenza a rotazione e didattica online da ottobre, tutorato ed esercitazioni in novembre in vista degli esami. Le prove, fissate per il 20 novembre e il 10 dicembre, saranno identiche in tutta Italia e verteranno su Biologia, Chimica e Fisica: tre moduli da 6 crediti per un totale di 18 CFU. Solo chi supererà gli esami entrerà nella graduatoria nazionale e otterrà il posto a Medicina, Odontoiatria o Veterinaria. Chi non riuscirà a entrare potrà optare per corsi affini già scelti in fase di iscrizione, che vanno da Biotecnologie a Farmacia, fino a undici diversi percorsi delle Professioni sanitarie, distribuiti in oltre trenta sedi.