Il nuovo corso di accesso a Medicina prende ufficialmente il via. A partire dal 1° settembre 2025, saranno 54.313 gli studenti che inizieranno il semestre aperto di Medicina e Chirurgia, parte della nuova formula introdotta dal Ministero dell’Università e della Ricerca per l’accesso alla facoltà. A questi si aggiungono 4.473 iscritti a Odontoiatria e Protesi dentaria e 6.039 a Medicina Veterinaria, per un totale complessivo di 64.825 aspiranti camici bianchi.
Il nuovo modello punta a superare la tradizionale logica del test d’ingresso “a crocette”, sostituendolo con un semestre formativo, durante il quale gli studenti seguiranno tre insegnamenti fondamentali: Chimica e propedeutica biochimica, Fisica e Biologia. Le lezioni, erogate sia in presenza che da remoto, si concluderanno entro il 30 novembre e daranno diritto a 18 crediti formativi universitari (CFU). Gli studenti dovranno poi sostenere tre esami nazionali uguali per tutti, con due appelli previsti: 20 novembre e 10 dicembre 2025. Ogni prova prevede 31 domande (15 a risposta multipla e 16 a completamento) e dura 45 minuti. I risultati, espressi in trentesimi, contribuiranno alla formazione di una graduatoria nazionale, con l’ammissione vincolata a un punteggio minimo di 18/30 in ciascun esame. Per l’anno accademico in partenza, i posti disponibili per Medicina sono oltre 23mila, il che significa che quasi uno studente su due potrà accedere al secondo semestre. In testa alla classifica delle università per numero di iscritti figura La Sapienza di Roma con 4.821 studenti, seguita da Federico II di Napoli (3.113), Bologna (2.674) e Padova (2.658). Per chi non supererà la selezione ma avrà comunque ottenuto almeno 18 in tutti e tre gli esami, sarà possibile proseguire in un corso affine, mantenendo i crediti acquisiti.
A incoraggiare i futuri medici è arrivata una lettera aperta della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha definito lo studio di Medicina “una dichiarazione d’amore verso la vita, in tutte le sue fragilità”. “L’università torna ad essere quello che deve essere: una palestra di crescita, non un muro da scavalcare”, ha scritto la ministra. “Se servirà un’aula in più, si aprirà. Se ci sarà bisogno di un corso in più al pomeriggio, si attiverà. Le università italiane stanno rispondendo con responsabilità ed entusiasmo”. Bernini ha ricordato gli investimenti già messi in campo: 25 milioni per l’edilizia universitaria nel 2024, che diventeranno 50 nel 2025, e un Fondo di finanziamento universitario salito a 9,4 miliardi di euro, il più alto mai registrato.