"I medici lavorano in intramoenia esclusivamente al di fuori del proprio orario di lavoro, quindi, aggiungono e non tolgono tempo da dedicare ai pazienti. Con essa le prestazioni sanitarie offerte aumentano, e non diminuiscono. Bloccarla vuol dire quindi far rientrare nelle liste d'attesa anche quei pazienti che preferirebbero ottenere le prestazioni in libera professione". Così Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed, rispetto agli emendamenti presentati al Ddl Prestazioni sanitarie dalla deputata di Fratelli d'Italia Ylenja Lucaselli, per cui l'intramoenia sarebbe attivabile solo nel caso di completa saturazione delle agende per le prestazioni istituzionali.
"Se l'emendamento passasse, avrebbe come unico effetto un ulteriore allungamento dei tempi di attesa", e incentiverebbe "ulteriormente il ricorso alla sanità privata. A meno che, viene da chiedersi, non sia proprio questo l'obiettivo ultimo per qualcuno", afferma Quici. Il costo per le prestazioni, ricorda, "serve anche a finanziare il funzionamento dell'ospedale", e quindi il blocco "comporterebbe altresì una riduzione delle entrate per le aziende sanitarie". Al medico "arriva il 30% del totale pagato dal paziente", e "in dieci anni il numero di medici che la esercitano è diminuito del 15%". Certo, continua, servono "controlli e monitoraggi costanti dell'attività libero professionale intramuraria per evitare distorsioni del sistema a danno dei pazienti e del Ssn", ma "non è accettabile ipotizzare una sospensione indiscriminata di un sistema che offre opportunità importanti sia ai pazienti che ai medici".
Con ulteriori ostacoli "ancora più medici sarebbero pronti a fuggire dalla sanità pubblica, con il risultato di desertificare ulteriormente gli ospedali e quindi, paradossalmente, di allungare ancora di più i tempi di attesa". Non basta, conclude Quici, "intraprendere la via più populistica e demagogica per risolvere il problema delle liste d'attesa. Servono visione, coraggio e risorse. E non sembra che l'attuale governo ne abbia, proprio come tutti quelli che lo hanno preceduto".