“Per i giovani medici è giusto poter scegliere il tipo di rapporto di lavoro, soprattutto in una fase iniziale della carriera. Poter optare tra dipendenza dal Servizio sanitario nazionale o convenzione è una flessibilità necessaria.” Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo a Omnibus su La7, affrontando uno dei temi più delicati della sanità italiana: la crisi della medicina di base. Il ministro ha posto l’accento anche su un aspetto spesso trascurato nel dibattito pubblico: “Due terzi degli iscritti ai corsi di Medicina e Chirurgia sono donne, e molte di loro potrebbero preferire formule contrattuali diverse, più compatibili con la propria vita professionale e personale”.
Schillaci ha riconosciuto che il numero dei medici di base è in calo e che la professione ha perso attrattività. “È un problema serio. I medici di famiglia rappresentano il primo presidio per i cittadini, ma oggi la medicina generale non è percepita come un’opportunità stimolante per i giovani.” Per questo, ha annunciato, è in corso una riforma strutturale: “Stiamo lavorando per trasformare la medicina di famiglia in una vera e propria specializzazione universitaria, al pari delle altre. Vogliamo superare il sistema attuale dei corsi regionali, frammentati e meno retribuiti rispetto alle altre specializzazioni”. Nel suo intervento, il ministro ha collegato il rilancio della medicina di famiglia alla più ampia riorganizzazione della sanità territoriale, sottolineando il ruolo cruciale delle Case di comunità. “Stiamo utilizzando i fondi del PNRR per potenziare le infrastrutture, ma abbiamo anche stanziato risorse per il personale: 250 milioni nel 2024 e 350 nel 2025. La medicina territoriale deve tornare ad essere il pilastro del SSN, per rispondere meglio ai bisogni di salute, soprattutto degli anziani, e alleggerire i Pronto soccorso”.
Il ministro ha ricordato come da un recente sondaggio dell’Istituto Piepoli emerga un’alta fiducia dei cittadini nei confronti dei medici di famiglia, ma anche la richiesta di un loro maggiore coinvolgimento nella sanità digitale. “I cittadini vogliono una maggiore disponibilità da parte dei medici e un uso più diffuso di strumenti come la telemedicina. Dobbiamo adeguarci a queste esigenze”. Infine, Schillaci ha lanciato un messaggio chiaro: “La sanità è dei cittadini, non appartiene a uno schieramento politico. Chiedo la leale collaborazione delle Regioni. Il Ministero rivendica il ruolo di indirizzo e sorveglianza, ma serve gioco di squadra”.