Il secondo appuntamento del Digital Talk di Sanità33 Focus on Egualia (a questo link la rubrica), dal titolo "Value Added Medicines: il futuro della sanità tra innovazione e coinvolgimento dei pazienti", è stato un momento di confronto ricco di spunti e riflessioni sulle opportunità offerte dalle Value Added Medicines.
Il panel di esperti, composto da Claudio Jommi, Professore Associato presso l’Università del Piemonte Orientale; Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva e Gianluca Trifirò, Professore Ordinario di Farmacologia presso l’Università di Verona, ha approfondito i vari aspetti legati all’impatto delle VAM sull’accesso alle cure, sulla sostenibilità del sistema sanitario e sull’innovazione terapeutica.
Per Value Added Medicines (VAM) si intendono farmaci contenenti molecole note nella pratica clinica, off patent, che, a seguito di modifiche, possono produrre un valore aggiunto per i pazienti, gli operatori sanitari e le istituzioni che gestiscono la spesa. Innovare attraverso la ricerca e lo sviluppo di soluzioni terapeutiche su molecole di uso consolidato e fuori brevetto rappresenta “una grande sfida, ma anche un'enorme opportunità”, dichiara il Prof. Trifirò. “Non possiamo considerare la vita scientifica di un farmaco conclusa con la perdita del brevetto. Al contrario, queste molecole, utilizzate da migliaia o milioni di pazienti nel tempo, offrono un vantaggio fondamentale: la loro sicurezza è ben documentata. Tuttavia, per valorizzarle, è necessario adottare approcci di ricerca mirati che possano evidenziare il valore aggiunto di nuove applicazioni, riformulazioni o combinazioni”, sostiene.
Riprendendo il contenuto dell’Expert Opinion Document, pubblicato a maggio 2022 e frutto di un lavoro multidisciplinare che ha coinvolto esperti di settore, il Prof. Jommi evidenzia come sia fondamentale distinguere tra le tre categorie di innovazione delle Value Added Medicines: riposizionamento, riformulazione e combinazione, “poiché ognuna richiede strategie di valutazione diverse”.
Il coinvolgimento dei pazienti è stato identificato come un elemento “cruciale” dalla Dott.ssa Moccia richiede innanzitutto un’informazione chiara e puntuale sui processi innovativi. “È fondamentale far comprendere come l’impatto delle terapie sulla qualità della vita, non solo correlata alla salute ma anche ad aspetti come la capacità di mantenere l’attività lavorativa, giochi un ruolo chiave nella valutazione del valore di un farmaco”, sostiene.
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