Governo e Parlamento
Aggressione medici
30/09/2024

Dl violenza, medici di famiglia: si va nella giusta direzione

"Un passo importante nel tentativo di porre un argine alle violenze”. Queste le parole di Silvestro Scotti rispetto all’approvazione del dl antiviolenza

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"Un passo importante nel tentativo di porre un argine alle violenze, un segnale incoraggiante che arriva in un momento di profonda crisi per l'intera categoria". Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, commenta con favore l'approvazione, in Consiglio dei ministri, del Decreto-legge che introduce nuove misure urgenti per contrastare la violenza nei confronti degli operatori sanitari e il danneggiamento delle strutture. Scotti ricorda però che "alle misure legislative occorre affiancare un profondo lavoro che guardi ad un cambiamento culturale". Non a caso, già a partire dai prossimi giorni la Fimmg metterà in campo iniziative che intendono contribuire a questo cambiamento culturale, a partire dalle scuole. E non di meno servono ulteriori misure che possano tenere in considerazione la specificità assistenziale della medicina generale. Il leader Fimmg ribadisce l'esigenza di mettere in campo iniziative che ribaltino una volta per tutte la radicata idea di un servizio pubblico sempre e comunque votato all'inefficienza. "Una narrazione costruita nei decenni che oggi non corrisponde alla realtà, ma che troppo spesso fa gioco ad una parte dell'informazione che punta allo scandalo e vuole far leva sull'indignazione".

Dalla Fimmg torna, insomma, la richiesta di un piano strutturale, con iniziative che abbiano un valore di deterrenza, altre che educhino la cittadinanza all'uso del Servizio sanitario e, altre ancora, che leghino gli obiettivi dei direttori generali ad azioni concrete di contrasto alle aggressioni. "Il Documenti di valutazione del rischio - ricorda Scotti - deve contenere indicazioni sulle aggressioni, così che si possa avere una raccolta di eventi sentinella. Questo significherebbe sostenere concretamente la continuità assistenziale, classificando il servizio in relazione alla sua reale esposizione alle aggressioni". Anche segretario generale del Sumai Assoprof Antonio Magi considera il dl “un atto passo per cominciare ad affrontare l'odioso fenomeno delle aggressioni al personale sanitario. Come Sumai siamo soddisfatti anche perché il ministro della Salute Orazio Schillaci ha accolto una nostra proposta di pena pecuniaria. Quindi, oltre al carcere (fino a 5 anni di detenzione) il provvedimento prevede anche multe fino a 10.000 euro per chi danneggia le strutture sanitarie. Davvero un bel segnale". Il Governo ha introdotto anche l'arresto obbligatorio in differita per aggressioni ai danni del personale e nuove linee guida per la videosorveglianza. "Tutto condivisibile - spiega Magi - ma toccare le tasche degli italiani malintenzionati è un ottimo deterrente, ci penseranno bene prima di aggredire medici e infermieri o distruggere strutture sanitarie e socio-sanitarie fondamentali per l'assistenza e cura dei pazienti. Ripeto, oltre ai risarcimento danni a cose e persone, rischiano una multa di 10mila euro e in caso di danneggiamenti commessi da più persone, la pena sarà aumentata". Tra le proposte del Sumai "anche quella di creare percorsi differenziati, uno dedicato ai luoghi d'attesa e uno per l'assistenza e cura. Chi è in attesa di assistenza non può accedere direttamente e in maniera autonoma negli spazi di cura e di ricovero. Su questa proposta il ministro è possibilista però sappiamo che per realizzarla ci vorrà del tempo" conclude.

Per Snami, “è un passo importante per garantire che luoghi fondamentali per la salute pubblica vengano tutelati adeguatamente. Il potenziamento della videosorveglianza, accompagnato da specifiche linee guida per il suo corretto utilizzo, rappresenta una misura concreta per incrementare la sicurezza in sanità". Angelo Testa, presidente nazionale Snami, afferma che “il sindacato continuerà come sempre a sostenere ogni iniziativa che contribuisca a proteggere i professionisti della sanità e a promuovere la sicurezza delle strutture, con l'obiettivo di garantire un servizio di qualità e proteggere il benessere dei nostri medici". "Apprezziamo particolarmente l'obbligo di arresto in differita in caso di aggressioni al personale sanitario - aggiunge Federico Di Renzo, addetto stampa nazionale Snami - un segnale forte che mette al centro la tutela dei medici e di tutto il personale impegnato nella cura dei cittadini. È essenziale che chi opera quotidianamente per la salute delle persone possa farlo in un ambiente protetto e sicuro, senza il timore di essere oggetto di atti di violenza". "Riteniamo che questo Decreto rappresenti una risposta chiara e concreta da parte del governo e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha mantenuto l'impegno preso con la nostra categoria" sottolinea Matteo Picerna, vice segretario nazionale Snami.

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