Soddisfazione da parte di tutto il mondo sanitario per l’ok al decreto legge, stamattina all'esame del Consiglio dei ministri, che introduce nuove misure urgenti per contrastare la violenza nei confronti degli operatori sanitari e il danneggiamento delle strutture. "Crediamo che il Governo - aggiunge - ora debba dare delle precise indicazioni alle aziende sanitarie e alle Regioni, perché adottino sistemi di videosorveglianza, utilizzando eventualmente anche i fondi del Pnrr, per poter consentire a questa norma di diventare realmente efficace", le parole di Filippo Anelli, presidente Fnomceo. “Il decreto introduce anche - evidenzia Anelli - multe pecuniarie fino a 10mila euro per chi produce qualsiasi tipo di violenza e di distruzione di suppellettili o di ambienti nelle strutture sanitarie. Rappresenta quindi oggi un primo passo importante".
"Il via libera del Consiglio dei ministri segna un cambio di passo effettivo", con "misure che con buon senso e dopo anni di richieste lanciano un messaggio chiaro: chi rompe paga, chi aggredisce viene punito anche 'in differita', e se il reato è commesso da più persone la pena è ancora più pesante". Lo dichiara Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso). Un Dl che "restituisce finalmente importanza e centralità a chi si occupa della salute di tutti i cittadini e dà valore alle strutture in cui ogni giorno si garantisce assistenza e cura". Non solo. All'escalation di aggressioni "Fiaso risponde con una fotografia aggiornata dei nostri pronto soccorso, da cui emerge una grande consapevolezza da parte delle aziende sanitarie rispetto all'emergenza violenza, insieme alla necessità di offrire sempre più protezione a pazienti e personale. In 7 strutture su 10 - riferisce Migliore - è infatti già operativo personale di sorveglianza coadiuvato da sistemi elettronici di telecamere, e in oltre metà dei nostri pronto soccorso sono presenti presidi fissi di polizia. In Italia sono 615 i pronto soccorso e accolgono ogni anno oltre 18,7 milioni di pazienti. Ospedali e aziende sanitarie sono già pronte, ora bisogna dare rapida applicazione alle nuove misure - esorta il presidente - e fornire mezzi e indicazioni a chi ancora non ha tutte le condizioni per una maggiore sicurezza. È necessario anche impegnarsi per prevenire gli episodi di violenza nei luoghi di cura, riprogettando l'offerta dei servizi a partire dai pronto soccorso e collaborando attivamente con le forze di polizia per l'analisi del rischio".
"Esprimiamo soddisfazione per l'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto legge per contrastare le violenze nei confronti dei professionisti sanitari. Le misure approvate, come l'arresto in flagranza di reato anche differito e pene più pesanti per chi provoca danneggiamenti, sono ciò che attendevano gli infermieri". Lo dichiara Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), ricordando il tributo pagato dagli infermieri in questa escalation di violenza: "Le ultime rilevazioni della nostra Federazione e dell'Osservatorio sulle violenze del ministero della Salute - sottolinea - calcolano che sono oltre 130mila i nostri professionisti aggrediti fisicamente o verbalmente ogni anno". "Le misure che si stanno predisponendo e soprattutto la decisione di procedere con un decreto 'ad hoc' sono un segnale importante di quanto sia sempre più urgente intervenire per contrastare il gravissimo fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, di cui gli infermieri, essendo la prima interfaccia con i pazienti e i loro familiari, sono le principali vittime". Lo dice all'Adnkronos Salute Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato infermieri Nursind.