“Lo strumento più utile per cercare di combattere questo fenomeno inaccettabile” delle aggressioni agli operatori sanitari “è introdurre sempre l'arresto in flagranza di reato anche differito”. Questo è quanto annunciato dal ministro della Salute Orazio Schillaci, al termine dell'incontro con gli Ordini professionali della sanità che si è tenuto questa mattina al ministero della Salute, nel quale si è affrontato il tema della violenza contro medici, infermieri e altri sanitari. Nei prossimi giorni ci sarà anche un incontro con i sindacati di categoria. Il ministro Schillaci ha evidenziato come sul tema il ministero fosse subito intervenuto, “lo scorso anno nel decreto 'bollette' abbiamo aumentato le pene per chi commette violenze e abbiamo anche istituito la procedibilità d'ufficio, ma questo non è più sufficiente”. "Ho incontrato anche il ministro Piantedosi, i posti di polizia negli ospedali sono aumentati in modo significativo e quindi il Governo è sul pezzo - ha aggiunto Schillaci - Si devono trovare rapidamente degli strumenti per contrastare questo fenomeno inaccettabile e poi ci vuole un cambio di marcia culturale".
Le reazioni del mondo sanitario
Parole di ringraziamento per l’impegno del Governo sono arrivate da parte di tutto il mondo sanitario che ora chiede con forza l’attuazione di quanto deciso. “Ora questa attenzione si traduca in un decreto-legge che definisca una serie di iniziative operative e normative, a carattere d'urgenza, che comprendano, oltre a sistemi di videosorveglianza, anche procedure di controllo e regolazione degli accessi alle strutture sanitarie e sistemi a garanzia della tutela personale degli operatori". Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli. La Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) continua a chiedere che “il dramma della violenza a danno dei sanitari sia affrontato con provvedimenti operativi come un problema di delinquenza e ordine pubblico, prevedendo l'arresto immediato dei violenti e più severe misure di deterrenza. Nessuna impunità per chi mette a repentaglio la salute pubblica. Il messaggio dev'essere semplice: chi sbaglia paga. Non possiamo aspettare oltre", avverte Giovanni Migliore, presidente della Fiaso. "Chi è impegnato a garantire il diritto alla tutela della salute - continua il numero uno di Fiaso - deve sentirsi al sicuro. Non si può lavorare con la paura di minacce e aggressioni. Ogni medico, ogni infermiere, ogni operatore sanitario del servizio pubblico è patrimonio di tutti, perché esercita un compito che va oltre il semplice svolgimento di funzioni. Proteggere chi tutela la salute collettiva deve essere la priorità, non possiamo permetterci ulteriori 'fughe' di personale dal servizio pubblico".
Per Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, le misure annunciate dal ministro Schillaci “sono deterrenti concreti per cercare di arginare nell'immediato il fenomeno delle aggressioni. Sarà però necessario esercitare i dovuti controlli per verificare azienda per azienda che le disposizioni vengano applicate e al contempo responsabilizzare le direzioni generali fornendo loro gli strumenti per creare un filtro agli accessi in ospedale da parte dei visitatori". Per Francesco Dentali, Presidente nazionale della Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri), le misure previste rappresentano “certamente un intervento concreto per contrastare nell’immediato questo fenomeno dilagante che vede ormai il personale sanitario bersaglio quotidiano di violenze e aggressioni”. “È però allo stesso tempo innegabile - rimarca Il Presidente Fadoi – come del resto ha evidenziato lo stesso Ministro che siamo ormai di fronte ad un pericoloso fenomeno culturale che va risolto alla radice e la cui soluzione purtroppo non è dietro l’angolo. Occorre investire certamente in sicurezza ma bisogna anche investire sul Ssn così come va evidenziato e valorizzato il ruolo dei professionisti che ogni giorno si prendono cura di migliaia di persone in ospedale come sul territorio. Oltre che perseguire occorre prevenire investendo in sanità e sicurezza”. Secondo la Fnopi, oltre all'arresto in flagranza di reato anche differito, sarebbe anche "necessario rafforzare le indicazioni per la procedibilità d'ufficio già prevista dal Governo nel decreto 'bollette'. Si tratta di un percorso oggi poco utilizzato all'interno delle aziende e per questo abbiamo chiesto al ministro di rafforzare la sensibilizzazione in questo senso", riferisce la presidente Barbara Mangiacavalli in una nota. Quanto all'arresto in flagranza differito, commenta, "è un elemento importante per alleggerire la tensione di questi giorni e costruire un percorso culturale di sensibilizzazione dei cittadini rispetto all'utilizzo delle strutture del Servizio sanitario nazionale".