I cani e i gatti sono da sempre compagni fedeli dell’uomo, arricchendo la vita di milioni di persone in tutto il mondo. «La convivenza con questi animali può però presentare delle sfide, soprattutto per coloro che sviluppano reazioni allergiche. In Italia, la sensibilizzazione allergica nei confronti di questi animali domestici è rispettivamente del 16% e del 9%» scrivono, in una review sul tema, un gruppo di studiosi guidati da Gennaro Licardi, dell’Università Tor Vergata di Roma, e Matteo Martini, degli Ospedali Riuniti Universitari di Ancona. La review è stata pubblicata da Edra sull’ultimo numero degli “European Annals of Allergy and Clinical Immunology” (EAACI), organo ufficiale dell’Aaiito (Associazione italiana allergologi, immunologi territoriali e ospedalieri) e della Spaic (Sociedade portoguese de alergologia e imunologia clinica).
«Gli allergeni principali di cani e gatti, come Fel d 1 e Can f 5, hanno strutture molecolari uniche che determinano la loro allergenicità» spiegano. «Fel d 1, in particolare, è un allergene primario del gatto e causa la maggior parte delle reazioni allergiche. Approfondire la conoscenza di questi allergeni può aiutare a sviluppare trattamenti più mirati ed efficaci».
La diagnosi molecolare, o Component Resolved Diagnosis (CRD), gioca un ruolo cruciale nella valutazione accurata delle allergie, proseguono gli esperti. Questa tecnica permette di identificare la sensibilizzazione a specifici componenti allergenici, migliorando così la precisione della diagnosi e l’efficacia dell’immunoterapia allergene-specifica (AIT).
«L’immunoterapia intralinfatica (ILAIT) rappresenta un approccio innovativo che somministra l’estratto di allergene direttamente ai linfonodi» aggiungono Licardi, Martini e colleghi. «Questo metodo promette di indurre una tolleranza immunologica più rapidamente e con meno effetti collaterali rispetto ai metodi tradizionali».
L’uso di anticorpi monoclonali anti-Fel d 1 nell’uomo offre un approccio terapeutico potenzialmente rivoluzionario per le allergie al gatto. Questi anticorpi possono bloccare in modo competitivo il legame dell’allergene alle IgE, riducendo rapidamente i sintomi clinici nei pazienti allergici.
«L’immunizzazione dei gatti contro Fel d 1 e l’uso di IgY anti-Fel d 1 nella loro dieta rappresentano strategie preventive che possono ridurre l’allergenicità dei gatti senza comprometterne il benessere» aggiungono gli autori. «Questi metodi offrono ai proprietari di gatti allergici la possibilità di mantenere il proprio animale domestico senza subire gli effetti delle allergie».
Gli animali domestici – sottolineano gli esperti - non sono solo compagni affettuosi ma guidano anche attività economiche importanti: l’allevamento, i servizi veterinari e le nuove professioni legate agli animali domestici sono solo alcuni esempi di come cani e gatti influenzino l’economia e la società.
«Le terapie per le allergie agli animali domestici devono tenere conto delle implicazioni etiche e del benessere degli animali coinvolti» evidenziano ancora gli autori. «È fondamentale che i trattamenti siano sicuri e non invasivi, garantendo la salute e la qualità della vita sia degli animali che dei loro proprietari».
In conclusione, affermano Licardi, Martini e colleghi, la sensibilizzazione allergica agli animali domestici è un problema complesso che richiede un approccio multidisciplinare: la ricerca continua e l’innovazione sono essenziali per sviluppare trattamenti più efficaci e per migliorare la convivenza tra animali domestici e i loro proprietari, evitando così la dolorosa necessità di separazioni forzate.
Eur Ann Allergy Clin Immunol, 2024;56:147-53. Doi: 10.23822/EurAnnACI.1764-1489.330.
https://www.eurannallergyimm.com/wp-content/uploads/2024/02/Martini.pdf