Qual è l’impatto della terapia con analoghi dell'insulina nelle persone con diabete? Quali sono i parametri fondamentali attualmente considerati per definirne l'efficacia e la sicurezza? Abbiamo posto queste domande a Francesco Giorgino, professore di Endocrinologia presso l'Università degli studi di Bari Aldo Moro. «Per valutare l'efficacia di una terapia con insulina basale guardiamo con molta attenzione l'effetto di questa insulina sulla glicemia a digiuno. Questo significa che la persona che fa uso di questa terapia deve misurare la glicemia al mattino a digiuno, ovviamente più volte in più giorni. Solitamente si utilizza anche una media dei valori di tre giorni consecutivi per capire se la dose che viene somministrata è quella adeguata e corretta oppure va modificata. Naturalmente queste stesse misurazioni ci permettono di evidenziare situazioni di iperglicemia o di ipoglicemia, quindi anche in presenza di questi valori alterati è possibile modificare la dose, nel caso della iperglicemia aumentandola, nel caso della ipoglicemia riducendola» ha risposto Giorgino. «Questa è, per così dire, la regola principale. Tra gli altri parametri che possono essere utilizzati per valutare l'efficacia e la sicurezza dell’insulina basale - oltre all’emoglobina glicata che viene dosata non prima di 2-3 mesi dall'inizio di questa terapia e poi periodicamente a intervalli di 3-6 mesi - c'è la possibilità di applicare anche un sensore della glicemia, quindi un sistema di monitoraggio in continuo della glicemia per verificare il tempo che la persona con diabete trascorre in un intervallo ottimale, il cosiddetto time-in-range compreso tra 70 e 180 mg/dl. In sostanza, abbiamo molti strumenti affidabili e accurati per verificare l'efficacia e la sicurezza della terapia con insulina basale».
Il Chmp (Comitato dei medicinali per uso umano) dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha di recente espresso parere favorevole per l'insulina basale a somministrazione settimanale Icodec. Questa insulina è paragonabile, in termini di efficacia e sicurezza, agli analoghi giornalieri attualmente disponibili. «Assolutamente sì. Parliamo di un’insulina che ha la funzione dell'insulina basale, quindi il tipo di insulina a cui ho fatto riferimento prima. Il vantaggio di Icodec è che si tratta di una insulina disegnata per poter essere somministrata una sola volta alla settimana anziché tutti i giorni. E questo ovviamente rappresenta un grande vantaggio per la persona col diabete e può tradursi anche in un beneficio psicologico» ha affermato Giorgino, il quale in conclusione ha sottolineato: «Abbiamo un’insulina settimanale che è ugualmente efficace rispetto a quella giornaliera. Anzi, in alcuni studi si vede che è anche leggermente più efficace. Determina per esempio un time-in-range ottimale maggiore rispetto all'insulina basale giornaliera oltre a una riduzione di emoglobina glicata lievemente superiore. Quindi c'è una sostanziale equivalenza di efficacia se non anche in alcuni casi una lieve superiorità. Questa situazione non si paga, per così dire, con un eccesso di rischio perché il verificarsi di episodi di ipoglicemia negli studi clinici è stato piuttosto simile nelle persone che usavano una terapia con insulina settimanale rispetto a quelle che facevano uso di insulina tradizionale giornaliera. Si viene dunque incontro alle esigenze di un regime terapeutico semplificato e quindi anche potenzialmente più accettabile da parte del paziente».